Dal 25 maggio al 24 novembre 2024
Il progetto L’albero della vita si presenta come summa del percorso creativo di Carla Tolomeo, che ha tratto ispirazione dalla Zoologia fantastica di Jorge Luis Borges, sviluppandola nella terza dimensione. Abitato da fantasmagoriche creature, dedotte dalle cosmogonie universali, è metafora dell’esistenza che continuamente si rinnova. Un’opera d’arte in fieri che come un albero si sviluppa, cresce, vive e muore. La grandiosa installazione sarà interamente ricoperta di tessuto nei suoi componenti, foglie, frutti, animali, con una struttura portante in ferro e legno: eco-sostenibile, quindi, come tutto il lavoro di Tolomeo. La scelta dei tessuti esprime un omaggio all’artigianato tessile veneziano: l’opera, infatti, nella sua intera complessione – vegetale e zoomorfa – è frutto dell’assemblaggio di tessuti differenti, policromi, straordinari, che recano il marchio dei quattro produttori tessili veneziani, ossia: Bevilacqua, Fortuny, Rubelli, Antico Cotonificio Veneziano (fattivamente coinvolto nella realizzazione del progetto).
La collocazione nel Museo di Palazzo Mocenigo testimonia il perdurare della tradizione tessile veneziana, artigianato ed arte al tempo stesso, nel XXI secolo. _ In tutte le cosmogonie l’Origine è rappresentata in maniera verticale, nasce e sorge dall’acqua e si protende verso il cielo. È quasi sempre un oggetto mutante tra il genere animale e quello vegetale, le sue metamorfosi sono parafrasi dell’evoluzione o racconto della creazione in un tempo indecifrabile, finito e infinito come infinite sono le forme in cui si manifesta e si concretizza l’energia iniziale. Nel Manual de zoología fantastica di Borges è il Bahamuth: dall’acqua sorge smisurato un pesce, che poi si fa albero, toro, uccello, rubino, angelo. Nella 496a notte del Libro delle mille e una notte Isa (Gesù) riesce a vedere il Bahamuth ma perde conoscenza. Sotto il pesce c’è il mare e sotto il mare un abisso d’aria e sotto c’è il fuoco e sotto ancora un grande serpente che ha in bocca l’inferno. Il racconto sembra illustrare la prova cosmologica dell’esistenza di Dio, in cui si argomenta che ogni causa suppone una causa anteriore e si afferma la necessità di porre una causa prima per non continuare all’infinito.
Santa Croce, 1992, Venezia, Italia
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