La “Demeocrazia” di Carlo De Meo coinvolge una serie di personaggi immaginifici che si collocano all’interno dello spazio di VOLUME!, in un percorso dai tratti fantastici e surreali.

La costruzione di una planimetria realizzata in mattonelle dalle fantasie più svariate, è la prima situazione che si incontra entrando nella Fondazione; qui si incorre in un manichino che sembra generarsi dalla materia stessa dell’ambiente in cui si trova. Nella seconda stanza invece il gioco ottico si risolve nella presenza di uno specchio al quale è affacciato un manichino eretto su un cumulo di oggetti di uso comune consumati dagli anni. Quest’ultimo guarda direttamente il riflesso, nella curiosa osservazione della scena che si svolge al suo interno. Sempre nella stessa camera, emerge dal pavimento la testa di un terzo uomo che, immerso nel buio, punta i suoi occhi, di un blu brillante, su ciò che accade al di sopra della pavimentazione. Infine l’ultimo personaggio si fa largo a fatica mentre cerca di emergere da un fiume di cemento dopo l’uscita dall’oscuro tunnel della vita.

L’intervento di De Meo si riassume quindi in un gioco di sensi e prospettive, elementi caratterizzanti della sua arte.