Una possente opera di fortificazione, di cui rimangono suggestivi resti, chiudeva l’unico accesso naturale all’altura in cui culmina il vasto altopiano sovrastante la città antica, l’Epipoli, che la geniale strategia difensiva di Dionigi circondò interamente di una delle più straordinarie cinte murarie del mondo greco, lunga più di 27 km., costruita all’inizio del IV sec. a.C.
La vasta fortezza, che subì nel tempo varie modifiche, soprattutto ad opera di Agatocle e di Ierone II, è preceduta da tre fossati, con una poderosa opera avanzata fra il secondo e il terzo fossato; quest’ultimo era originariamente scavalcato da un collegamento di cui rimangono i tre possenti piloni di sostegno; il fronte del mastio è protetto da cinque torri, alte in origine 15 m. Una complessa rete di gallerie si apre sul fondo del terzo fossato, collegando diverse aree delle fortezza e questa con l’esterno. Tre grandi cisterne assicuravano il rifornimento idrico. Una grande porta a tenaglia a tre aperture si apre a nord del mastio, protetta da opere avanzate.
A nord e a sud, la fortezza si collega alle mura dionigiane che cingono l’altopiano.