Rappresentazione scultorea parziale di una giovane donna. Si è conservata solo la parte corrispondente alla testa e al collo, che sarebbe stata inserita in un torso non recuperato. Fu recuperato durante i lavori di scavo archeologico del teatro Caesaraugusta, precisamente da un livello di riempimento dell'ipocenio, per cui si è ritenuto che, nella sua posizione originaria, facesse parte della decorazione del fronte scenico di detto teatro, forse all'interno di un programma iconografico di ritratti imperiali, qualcosa visto in altri teatri romani dello stesso periodo in Hispania.

Busto femminile in marmo (Saint-Beat, Pirenei francesi), di cui si è conservata la parte tra lo scollo e la vita. Non si sono conservati né la testa, né il collo, né le braccia, realizzate separatamente.

Il busto apparteneva a una scultura di dimensioni colossali. È vestita con una tunica corta, o jiitón, che le copre il corpo dalla spalla sinistra, in diagonale, fino alla vita, dove sarebbe stretto da un cingolo, il resto rimanendo scoperto. Un balteus (nastro piatto con bordino ai lati) attraversa il busto dalla spalla destra al fianco sinistro.

Braccio destro di una scultura in marmo di Saint Beat (Pirenei francesi) nei toni del bianco con venature grigie. Il braccio nudo di una scultura, probabilmente una figura -imperatore- divinizzata. Ad un'estremità la mano ha perso le dita ma conserva parte del palmo, e all'altra estremità il braccio è finito e pronto -con un foro circolare- per inserirsi nel busto destro della figura. È composto da più frammenti uniti.

Capitello di ordine corinzio in cui si conserva anche l'abaco con elementi decorativi fratturati. Le foglie d'acanto presentano punte spezzate che si incurverebbero verso l'esterno... Sembra indicare un preparato da riutilizzare come materiale da costruzione, probabilmente farebbe parte della struttura del fronte scenico del teatro.

Punta o punta di ferro che copriva l'estremità di un palo di legno di ginepro. Il puntale è in ferro pieno e ne escono quattro lamiere equidistanti che raccoglierebbero il palo di legno. Alle estremità opposte alla punta, le quattro lastre di ferro presentano un foro per il chiodo (uno solo), che le avrebbe fissate ciascuna al palo.

Questo pezzo è un frammento di un orologio romano sferico, che è essenzialmente una proiezione conica della volta celeste rappresentata dai cerchi dei solstizi (tropici del Cancro e del Capricorno) e degli equinozi (linea equatoriale). Nell'orologio Caesaraugusta, i segmenti pseudoparalleli sono identificati con linee orarie che dividono il quadrante in quattro zone, corrispondenti all'ora prima, seconda, terza e quarta. La linea che taglia le precedenti è quella che segna gli equinozi e, parallelamente ad essa, sarebbe rappresentato il solstizio d'estate. Sulla base della lunghezza degli archi definiti dalle linee incise, calcola che la sfera del pezzo originale avrebbe un raggio di circa 9,5 cm.

La parte frontale riproduce una maschera teatrale, che riproduce il volto di un giovane appartenente ai personaggi della Tragedia Classica. Il volto presenta lineamenti leggermente deteriorati, ma sono ben riconoscibili le sue diverse parti, gli occhi, il naso e la bocca chiusa. La figura è acconciata con capelli di media lunghezza composti da riccioli spessi e un onkos. Ci sono probabilmente quattro riccioli su ciascun lato della faccia, sebbene la spaziatura dei due esterni su ciascun lato sia compromessa. Sul retro conserva il tratto iniziale a volta che sarebbe stato addossato alle pareti di due coppi.

L'applicazione è composta da un viso figurato e da un anello liscio situato sulla sua acconciatura, sull'onkos. Il pezzo era originariamente saldato al bordo di una situla. Il volto rappresenta una maschera da teatro della Nuova Commedia con la bocca aperta e traforata, e appartiene a un personaggio giovane, acconciatura a folti boccoli, onkos leggermente rialzato e nastro sulla fronte. A causa dell'espressione del dolore, sarebbe uno dei giovani personaggi della Tragedia. Gli occhi presentano una cavità che verrebbe riempita, probabilmente con argento o altro metallo di altro colore.

Tavola di gioco per un gioco da tavolo in cui due giocatori con nove tessere ciascuno cercano di raggiungere la posizione "tre di fila", rimuovendo le tessere dell'avversario fino a quando uno di loro rimane con solo due o non può fare alcuna mossa. Un dado potrebbe essere utilizzato nel gioco.

Ceramica di cultura islamica destinata alla tavola. Bordo diritto con labbro arrotondato, parete convessa e fondo leggermente convesso con piede anulare. Decorato in verde e manganese su coperchio di latta. La decorazione esterna è invetriata al miele, l'interno è in verde e manganese con epigrafia e cartiglio centrale a motivi vegetali incorniciato da una doppia linea di manganese con palmette.  

Frammento del bordo di un flauto in osso che conserva i primi due fori di diteggiatura. Questo bordo ha una colorazione scura, sembra che sia stato bruciato, il che potrebbe indicare l'applicazione di qualche sostanza calda (cera, resina, ecc.) per fissare un elemento che non è stato conservato e attraverso il quale entrerebbe o uscirebbe aria. La superficie presenta una decorazione di linee oblique incise che si intersecano a formare losanghe, rettangoli, motivi a zig-zag, ecc.. Il frammento proviene da un osso di un'ala, l'ulna, di un grande avvoltoio (Avvoltoio nero o Grifone). .

Cassapanca in alabastro decorata, con un trapano, con temi di fiori exapétalas, cerchi, motivi ataurique e corde. Nella sua parte centrale della parte inferiore si sviluppa una scrittura araba incisa. Manca il manico mobile, che probabilmente sarebbe di altro materiale (metallo), di cui si conservano i due fori nella parte superiore del coperchio.

Stampo di colaggio per bottigliette o ampolle per contenere olio, sabbia, acqua legate al culto dei martiri, dei santi e delle loro reliquie. Si tratta di un frammento di roccia metamorfica, probabilmente quarzite nera. Mostra, in un buco, quasi mezza bottiglia e la base di un secondo. Tra i due appare uno dei fori in cui sarebbe attaccata l'altra metà dello stampo.

È, quindi, una delle due valvole di uno stampo. Lo spazio tra i due sarebbe stato colmato dal metallo liquido, che una volta raffreddato avrebbe dato origine alla bottiglia. Le ampolle risultanti, a forma di borraccia, non avrebbero né piede né base, ma due anse, con raffigurazioni di anatre, tacchini o colombe, per facilitare la sospensione.

Bambola schematica di origine islamica. È provvisto di una testa ovale con tratti di occhi e bocca quasi persi da un lato. Nella zona dei capelli presenta, come nastro, una fascia decorata da due cerchi concentrici. In un altro pezzo conserva parte del corpo, che è rettangolare, e l'inizio delle gambe. Un foro centrale circondato da un cerchio inciso è la decorazione che si trova sul corpo.