Dal 11 maggio al 13 novembre 2019
Yun Hyong-keun (Cheongju 1928 – Seoul 2007) è stato uno dei più importanti artisti coreani del secondo dopoguerra. La sua biografia è segnata dalla storia travagliata del suo paese: più volte imprigionato per avere liberamente manifestato il proprio pensiero, nel 1950 scampò miracolosamente a una fucilazione di gruppo: dei suoi quaranta compagni di sventura solo quattro, oltre a lui, si salvarono dal plotone d’esecuzione.
Dopo una fase iniziale di sperimentazione il suo linguaggio artistico si sviluppa e si definisce nella prima metà degli anni settanta. Esso è anche il frutto delle asprezze che ne segnarono la vita, e si concentra su pochi, essenziali elementi. Il pigmento, di una tonalità molto scura ottenuta da una miscela di blu oltremare e terra d’ombra bruciata, è steso con un grande pennello in strati successivi, molto diluito in modo da impregnare la tela grezza. Il blu oltremare e la terra d’ombra bruciata simboleggiano il cielo e la terra; il gesto dell’artista ripete il fenomeno dell’acqua che, imbevendo le porosità del terreno, dà luogo alla vita.
San Marco 3958, , Venezia, Italia
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