Dal 15 aprile al 14 settembre 2025
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In occasione del decimo anniversario dalla sua scomparsa, la Fondazione Accorsi-Ometto rende omaggio, attraverso una vasta retrospettiva, a Carol Rama (1918-2015), la grande artista torinese di fama internazionale, premiata con il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia del 2003.
La mostra, curata da Francesco Poli e Luca Motto, presenta un’accurata selezione di circa un centinaio opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, che documentano le principali tappe della ricerca dell’artista dagli anni Trenta ai primi anni Duemila.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
L’esposizione, che si articola in diverse sezioni, si apre con una serie di acquerelli della fine del decennio Trenta, caratterizzati dalla libertà espressiva del segno grafico e da un’esplicita carica erotica, nei quali l’artista riversa le fantasie e le inquietudini della sua adolescenza, raffigurando personaggi e oggetti, allusivi ed emblematici, tratti dal suo vissuto. Si affianca la parallela produzione espressionista degli anni Quaranta di oli denotati da una densa materia pittorica e di disegni raffiguranti volti, figure e paesaggi.
La sezione successiva inquadra le ricerche di Carol Rama all’inizio degli anni Cinquanta che, in linea con i nuovi linguaggi pittorici del dopoguerra, si avvicinano all’astrattismo di matrice concreta. Nel 1953 aderisce, unica donna insieme a Paola Levi Montalcini, alla compagine torinese del Movimento Arte Concreta (Biglione, Galvano, Parisot, Scroppo).
Alla fine del decennio Carol Rama, come la maggior parte degli artisti della sua generazione, si rivolge all’Informale: in mostra sono esposti una serie di dipinti denotati da una spessa materia pittorica dove emerge una prepotente carica cromatica e segnica.
Viene presentata poi la nota serie dei Bricolage (così definiti da Edoardo Sanguineti) prodotta dalla metà degli anni Sessanta: l’approccio pittorico a macchia di derivazione informale è integrato con il collage di oggetti quali occhi di bambola, scarti della lavorazione del metallo, siringhe, pietre, tappi in gomma e molto altro: materiali e oggetti di recupero, carichi di vissuto, che entrano nella composizione del dipinto. Vi sono poi i lavori della fine del decennio Sessanta composti da smalti, vernici nebulizzate e inserzioni di oggetti che, attraverso l’allusione a figure con gli arti protesi e ad ombre atomiche, rimandano alla condizione umana in piena Guerra Fredda.
La sezione successiva dell’esposizione considera la produzione degli anni Settanta dove l’artista con la serie delle così dette Gomme, prende le distanze dalla produzione precedente e propone opere di impronta completamente rinnovata. Viene abolito il pittoricismo di base, a favore dell’esperienza del quadro in sé, ridotto ai suoi minimi termini: su superfici monocrome bianche o nere Carol Rama dispone porzioni di camere d’aria, talvolta pendule, in bilanciate composizioni astratte, animate soltanto dalle differenze cromatiche e dalle tracce dell’uso.
Segue il ritorno a una rinnovata figurazione, tipica degli anni Ottanta e Novanta, dalla tecnica complessa e raffinata, cromaticamente accese: mondi popolati da figure umane, angeli e animali, geometrie, paesaggi e prospettive fantastiche su carte prestampate, spesso del secolo precedente.
La mostra si chiude con la produzione più recente tra gli anni Novanta e i primi Duemila: figure umane, volti, animali, parti anatomiche costellano, anche in questo periodo, l’intricato linguaggio allusivo dell’artista. In particolare Carol Rama sviluppa, a partire dalla metà degli anni Novanta, un altro tema che sarebbe divenuto una costante fino agli anni duemila: dopo aver visto in televisione immagini legate alla vicenda del cosiddetto “morbo della mucca pazza”, su di esse costruisce una nuova serie di opere dal forte impatto.
Attraverso fotografie e filmati di interviste, il pubblico potrà approfondire ulteriormente la conoscenza della straordinaria personalità dell’artista.
Bepi Ghiotti INSIDE CAROL RAMA
Grazie al progetto fotografico INSIDE CAROL RAMA del 2012-2014 dell’artista Bepi Ghiotti, confluito nell’omonimo volume del 2015, si potrà esplorare, attraverso 12 scatti, l’affascinante mondo di arredi, di oggetti e di immagini della mitica casa-studio di via Napione a Torino, dove Carol Rama ha vissuto per oltre settant’anni. Una mostra all’interno della mostra che catapulta il visitatore nel mondo magico dell’abitazione dell’artista, luogo dove nasceva la sua produzione artistica, ma anche luogo di incontro e di scambio con artisti, intellettuali, critici, galleristi, musicisti, quali: Italo Calvino, Cesare Pavese, Felice Casorati, Albino Galvano, Italo Cremona, Massimo Mila, Edoardo Sanguineti, Giancarlo Salzano, Luciano Berio e molti altri.
ORARI
Martedì, mercoledì e venerdì 10.00-18.00 │ Giovedì 10.00-20.00 │ Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00
La biglietteria chiude mezz’ora prima.
Lunedì chiuso
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TARIFFE
BIGLIETTO UNICO (comprensivo di ingresso al Museo): intero € 14,00; ridotto € 12,00
RIDOTTO: fino a 26 anni; over 65
RIDOTTO CONVENZIONI: € 10,00
RIDOTTO INSEGNANTI: € 6,00
GRATUITO: fino a 10 anni; possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte card; possessori tessera ICOM; diversamente abili; giornalisti iscritti all’albo
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VISITE GUIDATE ALLA MOSTRA
QUANDO: giovedì, ore 17.30 | Sabato, domenica e festivi ore 11.30 e 17.30
COSTO: € 6,00 oltre al biglietto d’ingresso
Via Po, 55, Torino, Italia
Orari di apertura
apre - chiude | ultima entrata | |
lunedì | Chiuso | |
martedì | 10:00 - 18:00 | |
mercoledì | 10:00 - 18:00 | |
giovedì | 10:00 - 20:00 | |
venerdì | 10:00 - 18:00 | |
sabato | 10:00 - 19:00 | |
domenica | 10:00 - 19:00 |
Sempre
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