Dal 21 marzo al 25 agosto 2024
Laura Grisi (Rodi, 1939 - Roma, 2017) è un’artista che ha sempre evaso le categorie del suo tempo, il cui lavoro, oggi oggetto di riscoperte e riletture, viene contestualizzato nella mostra Cosmogonie in relazione a quello delle artiste Leonor Antunes, Nancy Holt e Liliane Lijn.Vissuta principalmente a Roma e New York, il suo lavoro si è relazionato con molteplici correnti artistiche, a cui è stata accostata, senza tuttavia aderirvi pienamente. Conserva una prossimità con le ricerche ottiche dell’arte cinetica, con la conformità alla società dei consumi tipica della Pop Art, con i materiali industriali e la geometria del minimalismo statunitense e con l’attitudine alla dematerializzazione dell’Arte Povera, ricavandosi tuttavia una posizione autonoma e inusuale all’interno della storia dell’arte. L'artista abbraccia un'esistenza nomade, sfidando le politiche dell'identità, la singolarità della rappresentazione e il costrutto lineare del tempo.
Sette grandi opere dell’artista realizzate con diversi media – suono, pittura, video e installazioni luminose – offrono una nuova occasione per entrare nelle sue riflessioni sulla percezione delle immagini e nelle sue esplorazioni delle tensioni tra natura e artificio che pongono l’attenzione su elementi marginali. La sua ricerca spesso si materializza nella creazione di installazioni e ambienti immersivi tecnologici che riproducono fenomeni atmosferici che permettono all'artista di cogliere la natura come un «fatto mentale e tecnologizzato», conservando tuttavia un’energia intima e spirituale.
Il dipinto Senza titolo (1965-1966) più che interrogare lo spazio rappresentato esplora lo spazio fotografico della rappresentazione che è al centro di un'analisi emotivamente distaccata condotta in termini pittorici. Come afferma l’artista «Si trattava di un mondo visto attraverso una lente con una distanza focale alterata». In Model Car Racing (1967) e Sunset Light (1967) Grisi impiega il neon e il metallo nel tentativo di ridefinire lo spazio e la sua immagine, dando vita a oggetti e installazioni ricoperte da pannelli di plastica scanalati, che sfocano i dettagli e generano un effetto illusorio di profondità e prospettiva. Sounds (1971) è una registrazione su nastro magnetico presentata in due audio-cassette in cui il suono è impiegato come documentazione di una realtà fisica: gli elementi naturali sono esplorati tramite la registrazione di un particolare momento sonoro. La ricerca è uno studio sulle variazioni nella somiglianza e sui processi di misurazione matematica che presentano una costante e una variabile, in questo caso sulle minime differenze tra suoni prodotti da un medesimo elemento in condizioni diverse. Nel video From One to Four Pebbles (1972), l'artista utilizza un numero finito di sassi diversi per dimensione, forma e colore, per creare una serie aperta di combinazioni, assegnando un ordine mentale all'ordine naturale delle cose.
Via Nizza, 138, Roma, Italia
Orari di apertura
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Dal 13 aprile al 28 dicembre 2025
Under the Spell of Duchamp
Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano