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conclusa Premio Pino Pascali 2021

La mostra

La Fondazione Pino Pascali è lieta di annunciare che il Premio Pino Pascali 2021 – XXIII edizione è stato conferito a Ibrahim Mahama (Tamale, Ghana 1987). La mostra inaugura l’11 dicembre 2021 alle ore 18 e prosegue fino al 13 marzo 2022.

La Commissione del Premio, presieduta da Rosalba Branà direttrice della Fondazione Pino Pascali, Adrienne Drake, direttrice della Fondazione Giuliani per l’arte contemporanea di Roma, e Nicola Zito, storico dell’arte e curatore della Fondazione Pino Pascali, ha così motivato la scelta:

“Ibrahim Mahama, giovane artista ghanese protagonista da diversi anni sulla scena internazionale, riflette sulla condizione umana, sul nomadismo, sulle migrazioni, sullo sfruttamento dell’uomo. Artista con una forte connotazione politica, Mahama contamina i linguaggi dell’arte, dall’installazione ambientale site specific alla fotografia e all’assemblaggio oggettuale, con l’intento di condurre lo spettatore a riflettere su quelli che sono i fallimenti della modernità”.

L’evento si svolgerà parallelamente presso Exchiesetta, spazio iconico nel centro cittadino di Polignano a Mare che ospitò le prime edizioni del Premio Pino Pascali negli anni dal 1969 al 1979, dove sarà esposta un’opera della mostra visibile H24.

Mahama è nato a Tamale nel 1987, capoluogo di regione a nord del Ghana, con mezzo milione di abitanti dove attualmente vive e lavora. Il 10 dicembre gli sarà conferito il Prince Claus Award 2020 di Amsterdam, un riconoscimento che premia coloro che si sono maggiormente distinti nell’applicazione della cultura allo sviluppo sociale.

Nella sua pratica artistica assume il sacco di juta, oggetto ricorrente nelle sue opere, a simbolo e metafora di un’economia fragile, basata sulla produzione di cacao: timbrato, lacerato, rattoppato, diventa per Mahama un amplificatore di storie, raccontando delle persone che vi hanno lavorato, tra porti, magazzini, mercati e città.

Il sacco diviene stratificazione di memorie, persone, oggetti, luoghi e architetture, il riferimento porta alle problematiche del continente africano ai suoi processi migratori, alle complesse dinamiche della globalizzazione. Fabbricati nel sud-est asiatico, i sacchi vengono importati dalla Ghana Cocoa Boards per trasportare le fave di cacao, considerate prodotti di lusso. Dopo questo primo utilizzo, i sacchi vengono rimpiegati per molte volte ancora per trasportare prodotti come riso, miglio, mais e carbone. Mahama li acquista alla fine del loro percorso lavorativo, cucendoli insieme per creare enormi arazzi che utilizza anche per occultare  edifici monumentali ed iconici della società dei consumi, come in alcune note recenti installazioni, anche in Italia.

“Mi interessa”, spiega Mahama, “guardare alle implicazioni artistiche e politiche di questi materiali. Cosa succede quando raccogli diversi oggetti da luoghi con storie e ricordi specifici e li metti insieme per formare un nuovo oggetto? Mi interessa come crisi e fallimento vengano assorbiti in questo materiale con un forte riferimento alla transazione globale e al modo in cui funzionano le strutture capitalistiche. (…) la speranza è che i loro residui – macchiati, rotti e abbandonati, ma portatori di luce – possano condurci verso nuove possibilità e spazi oltre”.

La mostra si avvale della collaborazione di APALAZZO Gallery di Brescia, che rappresenta l’artista in Italia.

Immagini della mostra

Orari e biglietti

Indirizzo

Via Parco del Lauro, 119
70044 Polignano a Mare

Altri contatti


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