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Napoli, Campania, Italia chiuso visita il museoarrow_right_alt

conclusa Artsupp card Bellezza e Terrore: luoghi di colonialismo e fascismo

La mostra

Bellezza e Terrore parte da Napoli negli anni intorno al 1940, per analizzare, attraverso lo sguardo di artisti e pensieri critici, la storia e l’eredità contemporanea dell’interconnessione tra colonialismo e fascismo. Sottolineando una concomitanza geografica e temporale fra storie raramente raccontate insieme, il progetto presenta ricerche artistiche, opere e installazioni che svelano collegamenti tra la violenza assoluta fisica e psicologica del colonialismo e quella del fascismo, ed esplorano l’apparato filosofico, estetico e iconografico che sottende ad entrambi. Questo nesso è tornato drammaticamente al centro del dibattito internazionale degli ultimi anni, in particolare con l’ascesa dell’ultranazionalismo populista in Europa e nelle Americhe, e con l’impatto internazionale del movimento Black Lives Matter che ha posto l’attenzione su forme strutturale di violenza e esclusione.


Discorso sul Colonialismo (1950) del saggista e poeta Aimé Césaire ha denunciato il fatto che il nazionalsocialismo ha applicato in Europa una portata di violenza assoluta che finora era stata riservata alle colonie, un’analisi che approfondisce la politologa e filosofa Hannah Arendt nel suo Origini del totalitarismo (1951). La Seconda Guerra Mondiale in effetti traduce, nel contesto del fascismo europeo, i metodi sviluppati nelle piantagioni schiaviste e nelle colonie, come sottolineato dal filosofo politico contemporaneo Achille Mbembe nel suo saggio “Necropolitica” (2003), che sostiene che “nel pensiero filosofico moderno, nella pratica e nell’immaginario politico europeo, la colonia rappresenta il luogo in cui la sovranità consiste fondamentalmente nell’esercizio di un potere al di fuori della legge” e “in cui si ritiene che la violenza dello stato di eccezione operi al servizio della ‘civilizzazione’”.  Gli abitanti di questi territori sono considerati parte integrante del paesaggio e la loro umanità e sovranità non vengono riconosciute giuridicamente, in modo da permettere l’espropriazione di terre e risorse con impunità. Altri studiosi dell’imperialismo europeo, come Franz Fanon e Sylvia Wynter, hanno insistito sull’importanza della dimensione non solo fisica, ma anche psicologica del colonialismo. Molti paralleli possono essere tracciati, oggi, con i “migranti economici” dalle aree precedentemente colonizzate e con le loro esperienze di detenzione e di sfruttamento.

Immagini della mostra

Orari e biglietti

Indirizzo

Via Settembrini (Palazzo Donnaregina) , 79
80139 Napoli

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