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conclusa SCENARI DI UN GIORNO

La mostra

Ci sono momenti che si possono immortalare nell’eterno e trasformare in infinito; innumerevoli scenari di un giorno, ambientati ovunque oppure in nessun luogo. Esserci in quell’istante, in quel sempre. Ascoltare, vedere e soprattutto “sentire”, ricordare e nel contempo astrarsi: un soffio di vento, il fruscio delle foglie, il frangersi delle onde, il respiro del bosco.

L’inchiostro di china scivola sulla pittura ad olio, si fonde con essa creando suggestioni e dissolvenze. La tempera definisce e perfeziona questo dialogo immerso in un ambiente fluido.

La mostra personale di Kazuto Takegami a Manifiesto Blanco si struttura in un percorso espositivo articolato che comprende circa 10 opere inedite allestite a parete, composte in prevalenza a dittico e realizzate ad olio, tempera ed inchiostro di china, la tecnica mista che maggiormente caratterizza i lavori su tela dell’artista. L’affaccio vetrato su via Benedetto Marcello è allestito, per l’occasione, in forma di shoji tradizionale giapponese, decorato da disegni ad inchiostro di china e pigmenti naturali. Completano infine l’allestimento alcuni disegni ad inchiostro su carta. La galleria diventa quindi per l’occasione uno spazio fluttuante e mutevole, popolato da paesaggi marini ed intrecci silvestri, che avvolgono i sensi e accompagnano il visitatore all’interno dei dolci e malinconici scenari di brevi momenti resi eterni dall’arte pittorica di Takegami.

Dopo la laurea presso la Musashino Art University di Tokyo, Kazuto Takegami svolge il lavoro di professore d’arte per alcuni anni. Decide in quel periodo di dedicare la sua vita alla pittura. Nel 1998 arriva in Italia grazie ad una borsa di studio presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, città dove vive e lavora. È nel contesto italiano ed europeo che perfeziona la pittura ad olio, da lui molto amata. La lontananza dal Giappone gli consente anche di riscoprire le sue origini, portandolo ad approfondire alcune tecniche tradizionali come la pittura ad inchiostro di china. Vanta numerose mostre personali e collettive specialmente sul territorio italiano, oltre che in Europa ed in Giappone.


Parola all’artista: Kazuto Takegami

Note esplicative sulla mostra

L’esposizione è costituita da elementi in dialogo tra loro, in un’atmosfera di tempo sospeso …

Innanzitutto sono presenti due sezioni: la prima, verticale, è dedicata agli alberi ed in particolare ai rami ed alle loro forme che creano in me particolari suggestioni. La seconda, orizzontale, è un’ode al mare e allo sguardo che si perde oltre l’orizzonte. Alberi e oceano ci aiutano a capire quanto siano sacri i nostri spazi vitali e a pensare alla meraviglia e allo stupore nella semplicità: sono eterni, ma mutevoli e complessi, ed io mi sento molto vicino a loro.

Da sempre apprezzo molto la forma del dittico che, simboleggiando due parti di una medesima storia, consente di fissare l’attenzione sia sull’insieme che su ogni singola tela che compone l’opera. Tra i due elementi si crea un dialogo e, anche se appaiono separati, rappresentano un tutt’uno completandosi vicendevolmente.

Le notizie del recente conflitto in Ucraina mi hanno suggerito un ulteriore significato alla forma del dittico: quello di un mondo dove le differenze possano essere valorizzate ma anche convivere armoniosamente. La separazione delle due tele quindi non è una divisione, bensì una linea, quasi una cicatrice, che vorrei ricucire per godere della bellezza nell’unione delle due parti.

Nella maggior parte delle opere esposte ho inserito alcuni elementi umani nei paesaggi. Sono figure quasi sempre di spalle, che rappresentano “uno di noi in quel momento”. Mi interessa cogliere quell’istante entro una dimensione atemporale.

Il nero, il bianco, e la scala dei grigi sono per me un mezzo per entrare nel mondo dell’anima e del ricordo, e in numerose mie opere utilizzo queste cromie. Le tinte che caratterizzano questa mia esposizione sono adagiate su strati dipinti anche con l’inchiostro di china, e quindi rimangono delle tracce di grigio, di memorie precedenti.

L’uso del colore, che questa volta ho utilizzato in maggior quantità, mi aiuta invece a rapportarmi al momento presente e all’attualità. In situazioni tristi o complicate, la rinnovata meraviglia che trovo nella semplicità del paesaggio mi consola e mi ristora: è come se passasse un angelo. In questa mostra ho cercato di esprimere queste emozioni reinterpretando i colori naturali del paesaggio.

Tecnicamente, oltre a mescolare olio e inchiostro (elementi che “litigano” tra di loro essendo olio ed acqua) – modalità già nota al mio pubblico e da me molto amata e utilizzata – compare la pittura a tempera. Di recente ho approfondito lo studio delle tecniche miste di alcuni pittori del Rinascimento e di altri più moderni, come ad esempio Fujita Tsuguharu. Usare il tuorlo d’uovo – il legante per eccellenza nella pittura a tempera – è per me molto emozionante, perché mi fa sentire vicino a molti pittori che stimo e ammiro, consentendomi una maggiore profondità espressiva. Attraverso la sovrapposizione ed il mescolamento di questi “ingredienti” vorrei riuscire a creare nelle mie tele una sensazione avvolgente, dove si senta il “peso” delle cose. In questo modo vorrei creare un ponte tra la pittura orientale, tradizionalmente piatta, e quella occidentale, caratterizzata dalla prospettiva monoculare e dalla profondità di campo.

Immagini della mostra

Opere esposte

Orari e biglietti

Indirizzo

Via Benedetto Marcello, 46
20124 Milano

Altri contatti


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