Dal 5 dicembre al 4 luglio 2021
La mostra presenta il capolavoro di Lorenzo Lotto, Madonna con Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria, firmato e datato 1522 e conservato presso una collezione privata.
“La scena – spiega Giovanni Valagussa, curatore artistico dell’evento - è composta con l’anticonformismo caratteristico di Lorenzo Lotto che dispone i personaggi quasi in contrasto uno con l’altro, lungo linee diagonali che attraversano lo spazio. Il gruppo centrale di Maria con il Bambino risente probabilmente di lontane suggestioni raffaellesche, ma più in generale ragiona sulla ricerca di espressione del movimento e sulle possibilità di rappresentare un gruppo in torsione che si costruisca su una struttura approssimativamente piramidale. Tipicamente lottesca è però la sconcertante soluzione della piccola bara in legno che sporge di sbieco in primo piano e che subito conferisce un brivido drammatico alla rappresentazione. Un riferimento alla futura morte del Bambino che diventa la chiave di lettura dell’intera scena, spiegando il moto di spavento che lo spinge verso la Madre, a sua volta preoccupata e protettiva. Sotto alla cassa si nota anche un tavolaccio pure in legno sul bordo del quale il pittore scrive firma e data, in una probabile identificazione nel comune destino che sembra evocare una prossima morte. Ai lati si affacciano due santi. Giovanni Battista che indica verso il Bambino e drammaticamente ne indica il futuro: Ecce agnus Dei. E santa Caterina che nella tradizione dello sposalizio mistico rappresenta la Chiesa, continuatrice della presenza terrena di Cristo, ma accompagnata dal martirio ricordato dalla ruota uncinata.
Una presenza rarissima è invece lo scoiattolo, dal quale il Bambino sembra ritrarsi terrorizzato: la spiegazione più probabile è che si pensava che lo scoiattolo fosse in grado di sentire in anticipo l’arrivo dei temporali, andando a rifugiarsi nella sua tana. Dunque se ne immaginava una sorta di capacità di previsione del futuro, che è dunque esattamente ciò da cui il Bambino prova a rifuggire, come in una previsione dell’Orazione nell’Orto. Il nostro dipinto è quasi certamente lo stesso visto da Francesco Maria Tassi a fine Settecento in casa Pezzoli a Bergamo. Dunque se ne conferma una provenienza fin dall’origine per un committente bergamasco a noi ignoto e alcuni successivi passaggi nelle collezioni cittadine, fino all’arrivo nella famiglia attuale, verosimilmente al principio dell’Ottocento”.
Piazza XX Settembre, 22, Lecco, Italia
Orari di apertura
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Chiusura dal 2 maggio a inizio dicembre