Dal 29 gennaio al 30 marzo 2022
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Palazzo Monti inaugura la nuova stagione espositiva con la mostra “The Cement Garden”, una personale dell’artista italo-francese Thomas De Falco, accompagnata da un testo di Paola Ugolini.
La mostra sarà visitabile a partire da sabato 29 gennaio, dalle ore 17:00 alle ore 20:00, presso Piazza Tebaldo Brusato 22, Brescia, e su appuntamento fino al 31 marzo.
Ispiratosi al romanzo di Ian McEwan del 1978 Il giardino di cemento, Thomas De Falco in questi nuovi lavori esplora la dimensione dell’infanzia e dell’adolescenza utilizzando una palette cromatica inedita e accattivante. I colori dominanti sono quelli primari: il giallo, il blu di Prussia e il rosso, ma troviamo anche quelli più accesi come il magenta, l’arancione, il viola e il turchese che, intrecciati fra loro con tecniche di tessitura lunghe e complesse, danno vita ad arazzi dall’estetica pop completamente diversi da quelli precedentemente realizzati dall’artista.
Da molti anni a questa parte, infatti, le opere tessute di Thomas De Falco sono figlie di un serrato dialogo tra l’artista ed elementi naturali come alberi, radici, rami e foglie; nelle performance, che completano il suo lavoro oggettuale, i modelli e le modelle sono sempre utilizzati come elementi di congiunzione fra il mondo inanimato dell’opera e quello vivo e vitale delle piante, e i materiali fino a quel momento impiegati erano sempre naturali e contraddistinti da colori neutri, come la canapa e il cotone grezzo.
Tuttavia, con questa nuova produzione, l’artista abbandona quel mondo per entrare in una fase completamente nuova in cui il colore improvvisamente diventa il protagonista principale di opere cromaticamente psichedeliche e concettualmente legate al mondo della controcultura hippie degli anni Settanta.
Si tratta indubbiamente di un salto “quantico” che è figlio di un trauma del tutto contemporaneo: il covid, che l'artista ha contratto a Parigi durante il primo lockdown nel marzo 2020, cui sono conseguiti l’isolamento forzato per quaranta lunghi giorni, la paura della malattia e della morte, le letture di romanzi di formazione e la ricerca sul colore, elemento mai amato prima, utilizzato come strumento di auto-cura e mezzo con cui evadere da una realtà angosciosa e triste.
L’aspetto performativo nel lavoro di De Falco è essenziale, inoltre, perché sottolinea visivamente e plasticamente quella speciale compenetrazione dell’opera con il mondo vegetale che è sempre stata l’elemento cardine della sua estetica. Una delle sue cifre distintive è da individuarsi nei wrapping, lunghe strisce di tessuto annodato che servivano a legare e a connettere i corpi nudi dei performer ai lavori creando così una totale simbiosi fra umanità, natura e tessitura intesa come atto creativo di trasformazione.
È interessante, infine, che la pratica artistica di Thomas De Falco rientri nella sfera delle attività “femminili”. A essere rivoluzionaria è, quindi, anche la decisione da parte di un artista maschio bianco di fare arte usando questa tecnica e andare così a decostruire una narrazione dominante che ha sempre considerato l’arte del ricamo e della tessitura niente più che un’arte applicata.
Piazza Tebaldo Brusato, 22, Brescia, Italia
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