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Madre - Museo d’arte Contemporanea Donnaregina verified

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Lucio Fontana - Concetto Spaziale, Attese
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Jannis Kounellis - Senza titolo
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Jeff Koons - Senza titolo
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Getulio Alviani -  Textura vibratile
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Giovanni Anselmo - Invisibile
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Gianni Piacentino - Dark Prussian – Blue Portal IV
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Francesco Clemente - Ave Ovo
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Léa Lublin - Senza Titolo
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Fausto Melotti - L'amore
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Gianfranco Baruchello - Il mio cinema
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Giulio Paolini - Dilemma
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Paul Thorel - “Passaggio della Vittoria”
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Altre opere esposte

Descrizione

Dal 1958 al 1968 Fontana realizza i cicli dei tagli, Concetto spaziale e Attesa, in cui, come nell’opera in collezione, la lacerazione singola o reiterata della tela determina l’atemporalità del segno e la contaminazione fra lo spazio dell’opera e quello dell’ambiente che la circonda. Tale nuova misura dello spazio dell’opera, che non coincide più con la tradizionale idea di separatezza della tela rispetto alla realtà, viene ulteriormente indagata nella serie Fine di Dio (1963-1964), in cui tele ovali, dove talvolta sono apposti dei lustrini, sono cadenzate da buchi e lacerazioni, nei Teatrini (1964-1966), in cui compaiono anche elementi figurativi, e nelle Ellissi (1967), tavole di forma ellittica nelle quali i buchi vengono realizzati a macchina. Nel 1966 l’artista vince il premio alla Biennale di Venezia con una sala personale, dove realizza in collaborazione con Carlo Scarpa un ambiente ovale labirintico illuminato da una luce bianca e cadenzato da tele bianche attraversate da un taglio. Una estesa documentazione di proposte e progetti attestano il rapporto tra Fontana e il gallerista Lucio Amelio, in vista dell’organizzazione di una mostra mai realizzata a causa della morte dell’artista, che aveva esposto per la prima volta a Napoli con una personale alla galleria Il Centro nel 1963.

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