Le pitture raffiguranti battaglie realizzate nel XVII e XVIII secolo hanno come riferimento i soggetti Cinquecenteschi di Leonardo Da Vinci, Giulio Romano, Giorgio Vasari e Tintoretto, solo per citarne alcuni fra i più memorabili.
Il giovane Courtois attorno al 1636 lascia la Borgogna devastata dalla Guerra e si trasferisce a Milano, dove fino al 1639 si arruola in una compagnia di soldati al servizio della Spagna. Questi tre anni costituiscono per Jacques la base del suo repertorio iconografico, come testimoniato dallo storico Filippo Baldinucci (Firenze, 1624 – 1696), che gli domanda personalmente perché le sue opere appaiono ”così vere e non finte”. Il pittore risponde che dipinge quello a cui ha personalmente assistito. In Italia conosciuto anche come Giacomo Cortese, Jacques si traferisce a Roma a partire dal 1640, dove trascorre una buona parte della sua vita, ma soggiornando in precedenza a Bologna e in seguito a Venezia. Ha anche modo di lavorare a Firenze per il Principe Mattias de’ Medici (Firenze, 1613 – Siena, 1667), comandante dell’armata medicea durante l’ultima fase della Guerra dei Trent’anni (1618-1648), che gli commissiona alcune pitture, fra le quali la celebre tela raffigurante la Battaglia di Lützen ora a Palazzo Pitti.
Nella grande tela qui esposta, benché da alcuni considerata di scuola e afferente alle opere giovanili di Pandolfo Reschi (Chiarini, 1973), oltre al terreo sgomento nei volti dei cavalieri, si ripropongono alcune delle caratteristiche del Nostro nella distinzione delle parti in lotta, dove le sciarpe e le piume rosse si contrappongono a quelle blu, come simbolo di una sistematica opposizione fra gli Asburgo e la Francia (Lallemand-Buyssens, 2010), che caratterizzava la quarta fase della Guerra dei Trent’Anni alla quale il giovane Courtois aveva partecipato.
Titolo: Battaglia di Cavalleria
Autore: Jaques Courtois, detto Borgognone
Data: Seconda metà del XVII secolo
Tecnica: Olio su tela
Esposto in: Museo della Battaglia di Anghiari
Nella Mostra: IL PAPA GUERRIERO
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