Il plastico, proveniente dalla Reggia di Caserta, documenta la conformazione architettonica di Palazzo Reale agli inizi dell'Ottocento, prima degli imponenti restauri voluti da Ferdinando II. Si configura quale modello per studi progettuali di trasformazione e propedeutico, probabilmente, alla prima stesura del Progetto Grande di Antonio Niccolini al quale è riferibile il manufatto, databile al 1811.
Al blocco originario dei Palazzi Vecchio e Nuovo si contrappone la mole del settecentesco «Braccio Nuovo» che, in asse col cortile d'onore, chiude la facciata a sud: qui fu sistemato l’appartamento di Carolina Murat con accesso da un nuovo scalone a quattro tese, di cui se ne intravede il vano, e collegato al terrazzo il cui prolungamento non è invece riprodotto nel plastico. All’interno è rappresentato il Teatrino della regina, poi trasformato da Gaetano Genovese in Salone da Ballo, in cui sono visibili riproduzioni di scenografie dipinte, realmente eseguite dal Niccolini. Il giardino pensile raccorda i corpi edilizi disomogenei del fronte meridionale, tra cui spicca il padiglione seicentesco del Belvedere. Il passaggio tra il cortile del Belvedere e quello delle carrozze avviene attraverso una piccola loggia su pilastri, mentre gli originali collegamenti prospettici del progetto fontaniano sono ormai ridotti a piccoli varchi tra i cortili.
Titolo: Plastico del Palazzo Reale Nuovo e Vecchio e del Teatro San Carlo
Autore: Antonio Niccolini
Data: 1811
Tecnica: Legno, cartone, stucco e carta dipinta
Esposto in: Palazzo Reale di Napoli
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