Arcangelo di Cola è il rappresentante più squisitamente tardogotico tra i pittori camerinesi. Il rapporto con Gentile da Fabriano, che negli anni venti del 1400 era il pittore più famoso in Italia, costituisce un nodo fondamentale per capire la personalità artistica di Arcangelo. Giunge a Firenze nel 1420 e vi rimane fino al 1424 incontrando una sorprendente fortuna, ottenendo commissioni importanti, interrotte per accorrere a Roma al servizio di papa Martino V; nel 1425 torna in patria, dove probabilmente muore poco dopo. La Vergine è assisa in un ampio trono marmoreo, che si staglia su fondo oro, architettato tra forme gotiche e rinascimentali, finemente scolpito nei laterali con la presenza di sottilissime colonnine tortili. Alla base del trono tra il manto della Vergine e l’angelo di sinistra si notano delle decorazioni a intarsio cosmatesco, consuete tra i nostri pittori.
Il divin Fanciullo, seminudo, tenta l’abbraccio della Madre con entrambe le mani, in una posa affettuosa, antica ma ancora in voga nel Quattrocento, come rivelano le Madonne di Masolino e di Masaccio, maestri che conquistarono e sconvolsero il nostro pittore.
Uno degli angeli reca l’offerta del vaso, ricolmo di fiori, granito e verniciato sull’oro; l’altro, colto ancora in volo, presenta mani esageratamente allungate, raccolte al petto.
Titolo: Madonna in trono col Bambino e due angeli
Autore: Anonimo
Data: 1428 - 29
Tecnica: Tempera su tavola
Esposto in: Museo Civico e Diocesano di Camerino
Tutte le mostre in corso ed in programma dove sono presenti opere di