Dal 22 maggio al 10 luglio 2022
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Per il programma primavera 2022 Fondazione 107 mette in scena due forti personalità della comunità artistica piemontese: Lucia Nazzaro e Sergio Ragalzi e presenta due personali che pur essendo esposte in spazi separati interagiscono in modo prepotente già dalla scelta della “tavolozza” dei colori: il bianco e il nero, colori prediletti da entrambi gli artisti ma in particolare modo dalla comune volontà di sviluppare una ricerca con epicentro l’uomo e per ultimo e probabilmente casuale il multiplo di 12, entrambi presentano realizzazioni di 12 opere.
Lucia Nazzaro presenta un ciclo di opere realizzate nel 2021/2022, anche per lei si tratta di 12 lavori, nello specifico, tavole 120x120 cm, in cui l’artista per la prima volta propone anche la sua ricerca sulla figura umana. Meglio, sul volto della figura umana, inserito ai margini di ogni tavola.
Lucia Nazzaro riprende a fare arte partendo dallo stesso punto dove molti anni prima aveva interrotto il percorso e riparte da quello che Lei definisce un sogno impossibile da realizzare così come l’aveva idealizzato: “l’uomo dagli occhi di giada”. Di fronte all’atto creativo si rende conto che le è impossibile creare quest’opera contemplatrice di pura bellezza, la bellezza assoluta, a causa del limite, individuato nell’impossibilità di trovare un riscontro nella realtà e quindi la conseguente amara conclusione. L’uomo in tutta la vita si confronta con il limite ma di fatto non ha un limite spirituale, matematico o ideologico, può avvicinarsi al limite o allontanarsi, può essere o non essere…semplicemente, nulla. Appunto. Il fare tutto o niente è pura abitudine o attitudine alla mimesi. Ciò che rende visibile il Nulla, per Lucia Nazzaro, è la percezione o desiderio è lo stesso, del tutto-possibile.
Nella presentazione del limite Lucia Nazzaro parte dai numeri 0 e 1 per creare geometrie di pensiero. Costruisce il quadrato, idealizzato come evento della ragione e lì, inscrive il cerchio, il mistero della spiritualità. Inscrivendo il cerchio nel quadrato “n” volte l’uomo si confronta con un altro limite perché si rende conto che non può, con quella regola, andare oltre la ripetizione. Non è la risposta agognata. Deve spostarsi, negare ogni punto di vista. Mentre lo sguardo dell’uomo, infatti, si concentra fissando il punto di inizio di questo vortice generato dall’infinito ripetersi di cerchio e quadrato, si rende conto che la possibilità di un altrove lo pone di fronte a qualcosa di invalicabile che non possiamo toccare né fisicamente né con la ragione.
Via Andrea Sansovino, 234, Torino, Italia
Orari di apertura
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Apertura solo in occasione di mostre temporanee
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