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Palazzo Barberini verified

Roma, Lazio, Italia aperto visita il museoarrow_right_alt

conclusa Italia in attesa

La mostra

Il percorso ha inizio al piano terra del palazzo, nella SALA DELLE COLONNE che fu, nel Seicento, biblioteca e stanza delle antichità di Casa Barberini. In questo magnifico ambiente due grandi maestri della fotografia italiana si confrontano con paesaggi profondamente diversi ma complementari. Olivo Barbieri sceglie la Camera degli Sposi di Mantegna, per condurre la sua riflessione sui meccanismi della percezione e sul sistema della rappresentazione, mentre Guido Guidi si rivolge al paesaggio minimo della quotidianità, conferendo pari valore al monumentale e all’ordinario e caricando particolari trascurabili della realtà di rinnovato senso e levità. Attraverso un corridoio si passa alle cosiddette CUCINE NOVECENTESCHE. In origine, l’ampio locale era “la stanza del leone” dove era tenuto uno degli animali esotici allevati a palazzo, poi fu destinato all’esposizione dei marmi antichi della collezione Barberini. Secoli dopo, disabitato dai guardiani di marmo e dai leoni feroci, l’ambiente fu occupato dalle cucine del Circolo Ufficiali delle Forze Armate che dal 1934 aveva sede nel palazzo. Per questa occasione, per la prima volta, è aperto al pubblico e adibito a spazio espositivo. Qui vengono presentati i progetti di sei fotografi, che raccontano, secondo approcci e prospettive differenti, i luoghi del patrimonio culturale italiano e del loro spazio intimo e concettuale. 
La mostra prosegue al piano nobile del palazzo, nella SALA OVALE, dove i paesaggi onirici ed eterei di Paola De Pietri raffiguranti Rimini e Venezia che si echeggiano da due differenti latitudini dell’Adriatico, si confrontano con l’architettura astratta, in bianco totale, progettata da Gian Lorenzo Bernini nel 1633.  Nell’adiacente SALA PAESAGGI, le vedute dipinte della campagna romana, reali paesaggi della memoria della famiglia Barberini, luminose e affascinanti benché sbiadite dal tempo, accolgono le immagini surreali dei paesaggi montani tanto cari a Walter Niedermayr, solitamente popolati e logorati dal turismo di massa e ora quasi spettrali nell’assenza di presenza umana. Chiude il percorso lo spazio suggestivo della SERRA, restituito in questa occasione alla fruizione del pubblico, raggiungibile dalla Sala Ovale, attraverso la porta che immette sul giardino. Qui siti simbolo della città eterna insolitamente deserti, ripresi da Andrea Jemolo, si confrontano con alcuni centri storici danneggiati dal terremoto che ha colpito il Centro Italia nel 2016, ritratti da Ilaria Ferretti: luoghi in cui le tracce della vita sono ormai affidati solo al movimento delle ombre e alla rassicurante persistenza della natura.

Immagini della mostra

Opere esposte

Orari e biglietti

Indirizzo

Via delle Quattro Fontane, 13
00184 Roma

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