Capo di Bove è un sito archeologico sulla via Appia Antica a circa 500 metri di distanza dal Mausoleo di Cecilia Metella. Esso contiene le terme di una vasta proprietà terriera appartenuta nel II secolo probabilmente ad Erode Attico e a sua moglie Annia Regilla. Gli scavi nell'area, hanno portato in luce i resti dell'impianto termale di cui sono visibili decine di ambienti, pavimentazioni a mosaico e in marmo colorato, vasche idrauliche, l’impianto fognario e porzioni dei rivestimenti in lastre di marmo e intonaco dipinto. Il giardino è stato ridisegnato con la piantumazione di nuove essenze arboree, la realizzazione di un articolato percorso pedonale e l’allestimento di un efficace sistema d’illuminazione. L’edificio principale, in origine a uso abitativo, è stato adeguato alla nuova funzione pubblica: ospita uffici, una sala conferenze, accoglie mostre fotografiche e artistiche, eventi culturali, incontri didattici e custodisce l’Archivio e la Biblioteca di Antonio Cederna, il padre del movimento ambientalista in Italia che tanto si è battuto per la tutela della Via Appia Antica. L’edificio, che sorge sulla cisterna romana che alimentava le terme, presenta una caratteristica cortina muraria di materiali antichi di recupero, realizzata negli anni Cinquanta del Novecento.