Dal 19 febbraio al 30 luglio 2023
Via Fratelli Cervi, 66, Reggio Emilia
Aperto, sta per chiudere: chiude alle 18:30
Profilo verificato
La Pattern Room della Collezione Maramotti ospita il progettodi Andriu Deplazes dal titolo Burning Green, prima mostra personale in Italia del giovane artista svizzero, con base a Marsiglia.
Nel corpus di oltre trenta opere, la maggior parte delle quali realizzate appositamente per questa esposizione, Deplazes sviluppa il suo approccio formale e concettuale alla pittura, confrontandosi con una maggiore scala di lavoro e con inedite modalità di produzione e di allestimento.
L’immaginario drammatico evocato dal titolo della mostra, declinato in uno stile originale che rielabora segni e atmosfere della pittura occidentale tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento – dall’Art déco a Ernst Ludwig Kirchner, da Ferdinand Hodler a Pierre Bonnard, da Käthe Kollwitz a Francis Bacon e a Nancy Spero – si collega sia ai temi che alla tecnica propri della ricerca di Deplazes.
Il “verde che brucia” può essere un riferimento al paesaggio, alla crisi ambientale e allo sfruttamento aggressivo del territorio, così come agli elementi che rimandano alla sfera militare presenti in alcuni dei nuovi lavori o alle tracce di colori fluorescenti che connotano le opere dell’artista.
All’interno di un’articolazione dello spazio appositamente studiata per la mostra, Deplazes popola la sala di sculture, pareti e vetrate di dipinti su tela e di lavori su carta e su plaxiglass, invitando il visitatore a compiere un percorso di scoperta in cui le opere si disvelano attraversando mondi intimi organizzati per momenti successivi.
Nel lavoro di Deplazes emergono echi di esperienze personali e frammenti di attualità intrecciati secondo due direttrici di ricerca primarie: il ruolo dell’essere umano, da un punto di vista filosofico e antropologico, sia nella sua dimensione sociale che in relazione alla natura.
Muovendo da un interesse per l’indagine delle questioni identitarie e per la rielaborazione degli schemi di potere all’interno delle società e delle strutture familiari, l’artista colloca le sue alienate figure umane-umanoidi, spesso isolate, diafane e dai tratti indefiniti, in stranianti interni domestici o in contesti dominati dalla forte presenza della natura. Nudi, deformati e apparentemente vulnerabili, questi soggetti androgini offerti al nostro sguardo sono al centro di una riflessione sulla percezione di sé e del proprio corpo, di cui mettono in discussione la morale comune e gli estremi connessi al voyerismo e al narcisismo.
Venati di malinconia, equilibristi sospesi tra presenza narrativa ed evanescenza fisica, i suoi personaggi incarnano archetipi di un’umanità che si e ci interroga, con ironica determinazione, sull’identità, sulle dinamiche sociali e sulla condizione dell’uomo nel presente, in rapporto a un contesto ambientale, vegetale e animale selvaggio o, più spesso, già antropizzato.
La crisi ecologica, il consumo del paesaggio tramite forme di agricoltura estensiva – ma anche il suo depotenziamento attraverso narrazioni stereotipate–, la concezione romantica del rapporto tra l’uomo e la natura, il concetto di wilderness, l’uomo nella natura, la natura dell’uomo e la natura della Natura: tutto questo è parte di ciò che Deplazes trasforma in opere a un tempo critiche e oniriche, davanti alle quali la sensazione di disagio si accompagna all’empatia, a una percezione di familiarità con ciò che riconosciamo come intrinsecamente umano.
In occasione della mostra sarà pubblicato un libro che includerà una conversazione tra l’artista e Julian Denzler, curatore presso il Museum zu Allerheiligen di Schaffhausen; e testi di Anna Deplazes, ricercatrice senior e capo progetto per l’University Research Priority Programme Global Change and Biodiversity (URPP GCB) presso l’Università di Zurigo (UZH) e del critico d’arte e curatore indipendente Davide Ferri.
Via Fratelli Cervi, 66, Reggio Emilia, Italia
Orari di apertura
apre - chiude | ultima entrata | |
lunedì | Chiuso | |
martedì | Chiuso | |
mercoledì | Chiuso | |
giovedì | 14:30 - 18:30 | |
venerdì | 14:30 - 18:30 | |
sabato | 10:30 - 18:30 | |
domenica | 10:30 - 18:30 |
La visita alla collezione permanente è accompagnata, su prenotazione e riservata a un massimo di 25 visitatori per volta. Orari di inizio visita della collezione permanente: giovedì e venerdì ore 15.00; sabato e domenica ore 10.30 e ore 15.00.
L’accesso alle mostre temporanee è libero giovedì e venerdì dalle 14.30 alle 18.30; sabato e domenica dalle 10.30 alle 18.30.
Tutto il percorso espositivo è accessibile a persone con difficoltà motorie.
Chiuso: 1 e 6 gennaio, 25 aprile, 1° maggio, dall’1 al 25 agosto, 1° novembre, 25 e 26 dicembre. Ingresso gratuito.
L'installazione permanente di Jason Dodge, A permanently open window, è visitabile su richiesta nelle giornate di sabato e domenica nei seguenti orari: da aprile a settembre dalle 17.00 alle 18.30; da ottobre a marzo dalle 13.00 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 15.00.