Dal 4 ottobre al 2 marzo 2026
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La Fondazione e Museo Nivola è lieta di presentare Behind the Seen, una mostra personale dell’artista Mona Hatoum, esito di una residenza svolta a Orani nel corso della quale Hatoum ha esplorato il territorio della Sardegna, approfondendo il contatto con le culture locali e le pratiche artigianali dell’isola.
Curata da Giuliana Altea, Antonella Camarda e Luca Cheri, la mostra propone un itinerario tra opere storiche e molte nuove produzioni, alcune delle quali realizzate grazie alla collaborazione con artigiani locali. Behind the Seenriflette sul rapporto tra corpo, materia e territorio, tra ciò che è visibile e ciò che resta nascosto.
Attraverso un linguaggio che fonde minimalismo formale e tensione politica, Hatoum mette in discussione le modalità con cui lo spazio è normato, sorvegliato, colonizzato. Il suo lavoro non propone soluzioni, ma costruisce ambienti di esperienza e sospensione, in cui lo spettatore è chiamato a riposizionarsi continuamente, a negoziare il proprio punto di vista, a “vedere” ciò che resta dietro la scena.
In questo senso, le sue opere agiscono come zone critiche della percezione, in cui il gesto artistico diventa strumento di scavo, decostruzione e disvelamento.
Il titolo della mostra gioca infatti sul doppio senso tra seen (visto) e scene (scena), suggerendo uno sguardo dietro le apparenze, verso gli spazi nascosti dell’esperienza umana: la memoria, il trauma, l’identità e il desiderio di resistenza.
Attraverso opere che uniscono la ricerca formale a una profonda riflessione politica, Behind the Seen mette in discussione le strutture di potere che regolano il nostro modo di vedere e abitare il mondo, rivelando ciò che spesso è occultato dietro l’apparenza.
L’opera di Mona Hatoum si articola attorno a una serie di tensioni fondamentali: interno ed esterno, visibile e invisibile, attrazione e repulsione, controllo e vulnerabilità. Fin dagli esordi, la sua pratica si è configurata come un dispositivo critico capace di mettere in crisi la neutralità degli spazi, degli oggetti e delle forme, mostrando come ogni superficie possa nascondere una soglia di ambiguità o una zona di conflitto.
La dimensione del corpo - non solo come organismo fisico ma come entità politica e affettiva - è centrale nel suo lavoro. I primi interventi performativi degli anni Ottanta esplorano direttamente la relazione tra corpo femminile, spazio urbano e dispositivi di sorveglianza. In seguito, il corpo scompare dalla scena, lasciando il posto a tracce, impronte o oggetti simbolici del confinamento: gabbie, letti, reti e schermi ospedalieri diventano metafore spaziali della sua assenza-presenza, evocando una soggettività vulnerabile, esposta al controllo.
Il tema del controllo attraversa la ricerca di Hatoum per mezzo di strutture minimali che incorporano materiali allusivi e carichi di minaccia: il filo spinato, il ferro, il vetro, l’acciaio. Oggetti domestici - letti, sedie, utensili - vengono destabilizzati, trasformati in strumenti di contenimento o aggressione. Questa domesticità perturbata suggerisce che anche gli spazi dell’intimità possono essere attraversati da dinamiche di potere, coercizione e disciplina.
Via Gonare, 2 (Museo Nivola), Orani, Italia
Orari di apertura
| apre - chiude | ultima entrata | |
| lunedì | 10:30 - 19:30 | 18:30 |
| martedì | 10:30 - 19:30 | 18:30 |
| mercoledì | Chiuso | |
| giovedì | 10:30 - 19:30 | 18:30 |
| venerdì | 10:30 - 19:30 | 18:30 |
| sabato | 10:30 - 19:30 | 18:30 |
| domenica | 10:30 - 19:30 | 18:30 |
Sempre
5.00 € invece di 7.00€
Mona Hatoum