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conclusa Tarek Lakhrissi

A cura di: Bernardo Follini

La mostra

In occasione dell’ottavo anno di collaborazione con ENSBA Lyon – École Nationale Supérieure des Beaux-Arts, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ospita la prima mostra personale in Italia di Tarek Lakhrissi, artista partecipante al Post-Diplome 2020 promosso dall’ENSBA.

 

“This Doesn’t Belong to Me” presenta un ciclo di nuove produzioni concepite dall’artista appositamente per gli spazi di Palazzo Re Rebaudengo di Guarene (CN). La mostra esplora il concetto di autodifesa, intesa come prassi di resistenza che differenti gruppi sociali e corpi subalterni hanno sviluppato per sopravvivere.L’immagine chiave del ciclo di opere è la salamandra: fin dai bestiari medievali si narra che questo anfibio sia dotato di veleno e possa sopravvivere tra le fiamme del fuoco. In mostra la salamandra diventa il simbolo di un contropotere politico, ma anche sessuale che, nell’esercizio dell’autodifesa, riscrive i codici dello scontro e dell’incontro. L’autotomia – l’auto-amputazione di parti non vitali del corpo, praticata da alcuni animali come diversivo contro i loro predatori – diventa la tattica difensiva individuata da Lakhrissi per immaginare nuove strategie di guerriglia urbana.

 

Il percorso espositivo di “This Doesn’t Belong to Me” si sviluppa a partire da un’installazione a soffitto composta da catenine d’argento, talismani di protezione nella vita quotidiana, che ricordano anche strumenti di piacere adottati nelle pratiche BDSM. La sala successiva ritrae una scena differita nella quale il conflitto o l’amplesso ha già avuto luogo. Lo spazio è popolato da un gruppo di cinque sculture a forma di coda di salamandra, grottesche e fuori scala: costituiscono uno scenario onirico dominato in maniera evocativa dall’elemento del fuoco. L’ambiente riflette una tensione tra visibilità e assenza, assume il corpo non come una struttura identitaria inalienabile, ma come una piattaforma in continua costruzione e decostruzione. L’autodifesa rappresentata da Lakhrissi è un processo di disidentificazione, quella “strategia di sopravvivenza e di sovversione” secondo José Esteban Muñoz, ma anche e soprattutto un’azione controffensiva, simile a quella descritta da Elsa Dorlin nel suo “Se défendre: une philosophie de la violence” (2018): “un’altra semiologia del corpo militante che non gioca sull’esemplare natura del suo martirio, ma sulla natura insieme inesorabile e inevitabile della sua vendetta: che non fa parte di una metafisica dei fini ma dell’immediatezza di uno sciopero ”.   

Orari e biglietti

Indirizzo

Via Roma, 1
12050 Guarene

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