Dal 7 maggio al 26 marzo 2023
Fin dalla seconda metà dell’Ottocento, le magnifiche stampe a colori prodotte in Giappone erano divenute oggetto di un collezionismo diffuso e ossessivo, a cui non sfuggì, oltre un secolo più tardi, lo stesso conte Guglielmo Coronini Cronberg a cui si deve l’acquisto, negli anni Settanta del Novecento, di un nucleo di oltre 300 opere comprendente silografie policrome e illustrazioni di volumi a stampa in bianco e nero. Attraverso una selezione degli esemplari più pregevoli e significativi la mostra intende raccontare la storia, la vita quotidiana, gli usi e i costumi di un paese dalla cultura complessa e raffinatissima, che gli europei percepirono a lungo come la quintessenza dell’esotismo.
Durante gli oltre duecentocinquant’anni del governo militare del casato Tokugawa (1603-1868) il Giappone aveva sviluppato tutte le caratteristiche di una società complessa e moderna, contrassegnata da un alto grado di alfabetizzazione e da un vivace mercato editoriale.
Le stampe prodotte tra il XVII e il XIX secolo celebravano anzitutto il cosiddetto “mondo fluttuante” (ukiyo), ovvero le mode, le tendenze e i luoghi dell’intrattenimento che si erano sviluppati all’interno delle città: i quartieri di piacere, come quello di Yoshiwara, situato nell’area nordest di Edo (l’odierna Tōkyō), con le sue cortigiane che attiravano visitatori da tutto il paese, e i distretti dei teatri, dove gli attori kabuki, venerati al pari di star del cinema, mettevano in scena storie di amori sfortunati o di drammatiche vendette, ispirate ai classici della letteratura o alle vicende di attualità. Le immagini di vedute, che si affermarono come genere specifico all’inizio del XIX secolo, riflettevano invece l’interesse per i pellegrinaggi e il turismo domestico, rifacendosi alla più antica tradizione dei meisho (luoghi famosi) che divenne una vera e propria specialità pittorica.
Negli ultimi decenni dell’Ottocento, accanto ai soggetti tradizionali, nelle stampe fecero la loro comparsa anche espliciti riferimenti agli eventi che stavano segnando la storia e la società del Giappone entrato nell’era Meiji (1868-1912): l’apertura all’Occidente, l’introduzione di novità scientifiche e tecnologiche, il processo di industrializzazione e la nuova struttura politica nazionale che riportava al centro la figura imperiale, oltre agli eventi relativi al conflitto bellico con la Cina (1894-1895).
Una parte consistente delle opere esposte, infine, è costituita da pagine provenienti dai popolarissimi libri illustrati, capillarmente diffusi grazie a un fiorente mercato editoriale. Realizzati spesso con il contributo di artisti famosi dell’ukiyoe come Suzuki Harunobu, Katsushika Hokusai e i suoi allievi, comprendevano opere di ogni tipo: testi di calligrafia, manuali di pittura, repertori di animali e piante, rappresentazioni di attività quotidiane e viaggi, immagini satiriche. Pagine sciolte che, nella loro raffinata essenzialità, contribuiscono a offrire un affascinante spaccato della società giapponese in un periodo storico di straordinaria vitalità culturale e di grandi trasformazioni.
Viale XX Settembre, 14, Gorizia, Italia
Orari di apertura
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martedì | Chiuso | |
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giovedì | 10:00 - 13:00 | |
venerdì | 10:00 - 13:00 | |
sabato | 10:00 - 13:00 | |
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domenica | 10:00 - 13:00 | |
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