L’opera fa parte una di serie di quattordici ottagoni con storie tratte dalle Metaformosi di Ovidio dipinte da Jacopo Robusti detto Tintoretto (1518-1594) per il banchiere veneziano Vettore Pisani nel 1541, destinate a decorare il soffitto della sua camera da letto nel Palazzo Pisani di San Paterniano. Nel 1658 gli eredi Pisani vendettero la serie al duca Francesco I d’Este, che la fece inserire nel soffitto ligneo della seconda camera da parata del Palazzo Ducale di Modena. Gli ottagoni una delle prime grandi prove del giovane Robusti. Le restanti tavole rappresentano le storie di Giove ed Europa, Mercurio addormenta Argo, Priapo e Lotide, Semele incenerita da Giove, Deucalione e Pirra, La corsa di Ippomene, La strage dei figli di Niobe, Vulcano, Minerva e Amore, Apollo e Dafne, La dea Latona, Orfeo implora Plutone, Piramo e Tisbe, Il Giudizio di Mida.