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Museo del Territorio Biellese verified

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Giuseppe Pelizza da Volpedo - Raggio di sole
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Bernardino de' Conti - Vergine delle rocce copia da Leonardo
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Lorenzo Delleani - Paesaggio montano con mucche
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Defendente Ferrari - Madonna con bambino
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Bernardino de' Conti - Trittico Vergine delle Rocce copia da Leonardo
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Carlo Carrà - Marina
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Marc Chagall - Il tamburino
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Renè Magritte - L'épreuve du sommeil
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Emilio Longoni - Riflessioni di un affamato
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Giuseppe Bozzalla - Fra colori e vapori
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Crosato Giambattista - Giuditta e Oloferne
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Leonardo Bistolfi - Monumento a Lorenzo Delleani
Giuseppe Pelizza da Volpedo - Raggio di sole
Bernardino de' Conti - Vergine delle rocce copia da Leonardo
Lorenzo Delleani - Paesaggio montano con mucche
Defendente Ferrari - Madonna con bambino
Bernardino de' Conti - Trittico Vergine delle Rocce copia da Leonardo
Carlo Carrà - Marina
Marc Chagall - Il tamburino
Renè Magritte - L'épreuve du sommeil
Emilio Longoni - Riflessioni di un affamato
Giuseppe Bozzalla - Fra colori e vapori
Crosato Giambattista - Giuditta e Oloferne
Leonardo Bistolfi - Monumento a Lorenzo Delleani

Altre opere esposte

Descrizione

La tela qui esposta è una delle prime opere in cui il celebre artista belga interpreta con un linguaggio personale la poetica surrealista, affrontando il tema del sonno. L’épreuve du sommeil, ovvero La prova del sonno, è il titolo scelto per quest’opera, datata tra la fine del 1926 e l’inizio dell’anno successivo. La testa di una donna sdraiata con la nuca rivolta verso lo spettatore, è inquadrata da un punto di osservazione molto ravvicinato, che esclude dal campo della rappresentazione il resto del corpo e gli arredi della stanza, fatta eccezione per un drappo bianco. E’ su questo elemento che la critica si è soffermata, attribuendogli diversi significati, legandolo a eventi biografici - come il ricordo traumatico del suicidio della madre, annegata in un canale e ripescata con il volto coperto dagli abiti - o interpretandolo come una citazione di un’opera di Man Ray del 1920, costituita da una macchina da cucire impacchettata in una coperta che ne nascondeva la forma, sottolineando così la volontà di Magritte di aggiornarsi sulle novità proposte dai surrealisti parigini. Volontà che emerge anche nel dettaglio della capigliatura femminile resa con una tecnica a pettine, già proposta da Max Ernst in alcune sue opere. Magritte scrisse di suo pugno a pennello sul retro della tela, come era sua abitudine, il titolo dell’opera, che fu esposta a Bruxelles nel 1927 alla prima mostra personale dell’artista.

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