“Arricchì l’arte della pittura di quella intera perfezione che ebbero anticamente le figure di Apelle e di Zeusi”: con queste parole Vasari consacra Raffaello al vertice dell’arte rinascimentale per capacità inventiva e grazia naturalistica, pari a quelle degli antichi. Il disegno è stato attribuito al periodo giovanile, ancora segnato dall’influenza di Perugino, suo primo vero maestro, e mostra una grande raffinatezza esecutiva nei brani della testa e delle mani. Il foglio raffigura un giovane seduto, vestito secondo la moda del tempo mentre suona il liuto, probabilmente un angelo musicante destinato a far parte di qualche composizione di soggetto sacro. Si tratta senz’altro di un disegno preparatorio anche se la figura del giovane non è stata associata a nessuna opera pittorica di Raffaello. L’artista urbinate fu uno dei disegnatori più grandi e prolifici dell’epoca: di lui sopravvivono oltre 400 disegni e molti altri sono andati perduti nel corso dei secoli.