Trasferitosi a Genova, intorno al 1891 Plinio Nomellini protagonista della vivace scena culturale, fonda il Gruppo di Albaro, che riunisce un cospicuo numero di artisti e intellettuali locali, tra i quali Giorgio Kienerk e Angelo Torchi. Ulivi ad Albaro nasce con ogni probabilità in una tale circostanza, e corrisponde infatti ad un analogo paesaggio di Kienerk del 1892. Il dipinto, a sviluppo verticale, inquadra due figurette, un bambino di schiena seduto nell’erba e un ragazzo di profilo affacciato a un muretto di pietra, inserite in un lussureggiante paesaggio primaverile che si inerpica fino ad un nucleo di edifici trascoloranti nel sole fra cui si riconosce la Chiesa di San Nazaro, e la citata torre omonima, entrambe demolite nel 1912-1913. Fulcro della composizione, la sagoma stagliata del giovane con maglia e berretto blu notte, unifica il primo piano, in cui il tocco rapido e fresco si allunga nell’intreccio di un’ampia ragnatela di filamenti verdi e azzurri e brevi macchie d’ombra rosse e blu, con il delicato sfondo acceso di un tiepido calore mattinale punteggiato di gialli, cinabri e violetti, a suggerire chiare atmosfere pacate di memoria impressionista.