Piazza Caricamento a Genova, del 1891, esposto in quello stesso anno alla controversa Triennale di Brera, inaugura il nuovo corso della pittura nomelliniana, sia per le inedite scelte contenutistiche sia per il moderno trattamento delle superfici. Un taglio decisamente fotografico inquadra le sagome di un “camallo” – con il tipico copricapo e corda in mano - e di un carrettiere – giacca di fustagno, fazzoletto al collo e stivaloni - che incedono sullo sfondo dell’amplissima piazza antistante il porto, brulicante di vita e ancora immersa nella nebbia mattutina, impressionisticamente concepita a creare un’atmosfera avvolgente. Stagliate come su un proscenio, le solide figure dei lavoratori, portamento fiero e sguardo fisso, sono bilanciate dalle sagome dello spazzino e dell’uomo con il cesto, nel piano mediano sull’estrema sinistra, e dei borghesi con il giornale, sul lato opposto, in un gioco di equilibri compositivi e opposizioni dialettiche. Già dal 1891 di proprietà del musicista Pietro Mascagni, forse personalmente donato da Nomellini al grande amico e collezionista, Piazza Caricamento segnala il momento cruciale dell’evoluzione dell’artista verso la tecnica del colore diviso e si pone tra i risultati più rilevanti del periodo genovese, riconosciuto dalla critica come il migliore della sua vasta produzione.