L’opera Porto di Lecco di Massimo Taparelli d’Azeglio influenzò tutta la pittura naturalistica lecchese ottocentesca. Lo statista torinese apprese l’amore per le vedute rurali e la loro copia dal vero dal paesaggista fiammingo Martin Verstappen, di cui fu uno dei pochissimi allievi.
Del D'Azeglio si conoscono parecchie vedute del lago di Como, ma questa è forse l'unica rappresentante Lecco, città che egli doveva conoscere bene, anche in seguito al matrimonio con una figlia del Manzoni, nel 1831.
In quest’opera è raffigurato il bacino del porto di Lecco, ai piedi del monte San Martino, con grandi barche per il trasporto delle merci e molte figure in movimento sulla riva. I toni sono caldi con riflessi dorati tipici della produzione di D'Azeglio.
La presenza delle imbarcazioni e delle persone che lavorano sulla rivadel lago, tornerà spesso in altre vedute della città di Lecco e dintorni, come nella Veduta di Malgrate da Lecco o nella Veduta di Lecco.
Collocazione: sala n.5
Titolo: Porto di Lecco
Autore: Massimo Tapparelli d'Azeglio
Data: 1831
Tecnica: Olio su tela
Esposto in: Villa Manzoni
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