Apollo e Dafne reloaded, dell'artista e designer napoletano Mario Coppola, è una monumentale scultura in PLA (acido polilattico) modellata attraverso la prototipazione rapida per deposizione di filo. Si tratta di un'istallazione site-specific, che si sviluppa verticalmente in fluida continuità con le volte del Museo Plart, dove ha esordito in occasione della personale dell'artista del 2017, intitolata Cosmogonie a cura di Angela Tecce.
L'opera è una reinterpretazione contemporanea del mito di Apollo e Dafne e si pone come frutto di una sperimentazione che attraversa l'arte antica e quella moderna, da Bernini a Moore, da Michelangelo a Boccioni. Madonna biodigitale in fuga dallo sguardo del visitatore, così la definisce il filosofo Leonardo Caffo evidenziando come, nell'attualizzazione del mito, l'ansia e il desiderio di Apollo - qui assente - siano incarnati dagli astanti. Nel volto spaventato della ninfa, segno di una fragilità tutta umana, vi è al tempo stesso espressa una condizione che va oltre l'umano, tra mitologia e fantascienza, dove la donna è anche pianta, macchina, avatar. L'opera di Mario Coppola è di grande interesse anche per la sua riuscita formale e metodologica, e per il materiale utilizzato, il PLA, una bioplastica di origine vegetale prevalentemente realizzata con il mais, che può biodegradarsi. La Dafne di Mario Coppola, infatti, un giorno potrebbe tornare alla terra come quel cespuglio di alloro di cui Ovidio racconta nelle sue Metamorfosi. Una suggestione potente che Coppola lascia venir fuori da tutti i suoi lavori, sia come artista che come progettista.
Titolo: Apollo e Dafne reloaded
Autore: Mario Coppola
Data: 2017
Tecnica: PLA stampato in 3D
Esposto in: Fondazione Plart Napoli
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