Concetto spaziale, Attese, 7 tagli è tra le opere di Lucio Fontana qui esposte appartenente alla celebre serie dei Tagli iniziata nel 1958. Accanto alla dicitura consueta di “Concetti Spaziali” che Fontana attribuisce a queste opere, aggiunge “Attesa” o “Attese”, in base al numero dei tagli presenti sulla tela. Come spiegare questi riferimenti? La dimensione che Lucio Fontana esplora è contemporaneamente spaziale e concettuale. La prima viene indagata attraverso il gesto, che fende la tela ristabilendo la continuità tra lo spazio al di là e quello al di qua del piano dell’opera. La seconda, attraverso uno stato contemplativo, di concentrazione, di attesa appunto, che precede quello gestuale. Il senso dell’attesa è spiegato dallo stesso Fontana in una lettera all’amico Bardini del 1959: «o sono un “santo” o sono un “pazzo”!!! /Ma forse sono un santo, ho sopportato troppe angherie che a quest’ora dovrei essere in manicomio, invece queste “attese” mi danno pace!!! in tanti anni di lavoro questo è il momento più felice per me!». L’attesa quindi per Fontana è una pausa, uno spazio atemporale necessario alla preparazione del gesto. Concetto Spaziale, Attese, 7 tagli del 1963 si distingue per la sua purezza: la tela – dipinto ad olio monocromatico - è attraversata da 7 tagli netti, realizzati con un gesto conciso e pulito, tipico della gestualità di Fontana, documentata anche dalle celebri fotografie di Ugo Mulas. Al di là della tela possiamo vedere la garza nera che l’artista ha apposto sul retro per schermare la luce, per accentuare i tagli e le ombreggiature create dalla luce stessa, ma anche per fornire al visitatore la chiave di accesso all’infinito, all’indeterminato e al vuoto.
Titolo: Concetto spaziale, Attese, 7 tagli
Autore: Lucio Fontana
Data: 1965
Tecnica: Olio su tela
Esposto in: MACI - Museo Arte Contemporanea di Imperia
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