Il manoscritto rinascimentale sul gioco degli scacchi conservato nella Biblioteca Coronini Cronberg solo nel 2006 è stato riconosciuto come opera autografa del famoso matematico Luca Pacioli. Il piccolo codice rilegato in pelle è stato subito messo in relazione con il trattato, intitolato De ludo schacorum detto Schifanoia, da secoli considerato completamente perduto, che Pacioli intendeva dedicare ai marchesi di Mantova Federico Gonzaga e Isabella d’Este e per il quale aveva richiesto a Venezia il privilegio di stampa nel 1508. La redazione dell’opera era sicuramente già in corso dal 1496 al 1499, durante il periodo che Luca Pacioli trascorse a Milano alla corte di Ludovico il Moro, dove avvenne l’incontro con Leonardo da Vinci, destinato a sfociare in una lunga e fruttuosa amicizia, oltre che in una collaborazione professionale. È risaputo infatti che proprio all’“ineffabile senistra mano” di “Lionardo nostro da Venci” spetta l’invenzione dei magnifici disegni di solidi e poliedri che illustrano il De divina proportione, l’opera dedicata alla sezione aurea che Luca Pacioli portò a termine a Milano.