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Michelangelo Merisi, detto Caravaggio - Ecce Homo
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Antonio Canova - Maddalena penitente
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Peter Paul Rubens - Venere e Marte
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Filippo Lippi - I santi Sebastiano, Giovanni Battista e Francesco
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Paolo Caliari, detto il Veronese - Susanna e i vecchioni
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Alessandro Magnasco, detto Lissandrino - Trattenimento in un giardino di Albaro
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Luca Cambiaso - Autoritratto del pittore in atto di dipingere il ritratto del padre
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Domenico Piola - Caino e Abele
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Luca Cambiaso - Madonna della candela
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Valerio Castello - Madonna del velo
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Jan Wildens - Paesaggio con viale alberato
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Hans Memling - Cristo dolente in atto di benedire
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Jan Roos - Natura morta di frutta, ortaggi e fiori
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Francesco de Zurbaran - Sant’Orsola
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Orazio De Ferrari - Cristo e l’adultera
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Antonio Travi, detto il Sestri - Adorazione dei pastori
Michelangelo Merisi, detto Caravaggio - Ecce Homo
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Descrizione

Si tratta di un dipinto per così dire autobiografico e per questo motivo arricchito della duplice valenza artistica ed emotivo-sentimentale: in primo luogo, costituisce un vero e proprio omaggio filiale, ma può essere letto anche come un atto di riconoscenza dell’allievo verso il proprio maestro. Luca Cambiaso, il più importante pittore del Cinquecento a Genova, ebbe, infatti, come primo insegnante il padre Giovanni, artista ben inserito presso la committenza genovese. Egli lo introdusse all’arte della pittura mostrandogli le nozioni fondamentali attraverso l’esercizio continuo sui maestri del passato e insistendo anche nel fargli studiare l’arte dello scorcio e del modellato, tanto che a quindici anni Luca aveva già raggiunto una discreta formazione e poteva essere inserito nei cantieri che ornavano le facciate dei palazzi genovesi. L’età avanzata del padre Giovanni costituisce il terminus ante quem per la collocazione cronologica dell’opera, eseguita presumibilmente intorno al 1570, non molto prima della morte dell’effigiato, avvenuta nel 1579. L’esecuzione pittorica è di grande rigore e semplicità. Utilizzando una gamma di tinte che dal bruno vanno fino al nero, stese per velature sottili e leggere, il pittore dona all’insieme un effetto pressoché monocromatico, che interessa sia la stanza in cui è ambientata la scena sia i personaggi. Il formato, più o meno quadrato, valorizza i due visi, che si trovano in posizione ravvicinata e alla stessa altezza. Il padre fissa direttamente negli occhi lo spettatore; Luca, invece, guarda altrove, forse nello specchio che gli serviva per osservarsi nell’atto di autodipingersi. In alto, affissi alla parete, si notano alcuni oggetti che evidentemente alludono a uno studio di pittore: due medaglioni, verosimilmente calchi da gemme antiche o antichizzanti e, in mezzo a essi, una gamba che proietta la propria ombra sul muro, probabilmente un manichino di quelli che venivano utilizzati per lo studio delle posizioni, forse allusione all’attività di scultura, praticata dall’artista già molto presto sotto l’impulso del padre.

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