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Giovanni Lanfranco - Sant’Agata visitata in carcere da san Pietro e l’angelo
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Leonardo da Vinci - Testa di fanciulla, detta
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Girolamo Francesco Maria Mazzola, detto Parmigianino - Ritratto di gentildonna detto “La Schiava turca”
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Domínikos Theotokópoulos, detto El Greco - Guarigione del cieco
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Antonio Canova - Maria Luigia d’Asburgo in veste di Concordia
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Antonio Allegri, detto il Correggio - Compianto su Cristo morto
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Giovanni Battista, detto Cima da Conegliano - Madonna col Bambino in trono e i santi Giovanni Battista, Cosma, Damiano, Apollonia, Caterina e Giovanni Evangelista
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Hans Holbein il Giovane - Erasmo da Rotterdam
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Benedetto Antelami - Capitello
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Beato Angelico - Madonna dell’umiltà, i santi Giovanni Battista e Paolo e l’incontro dei santi Domenico e Francesco; nella cornice, Quattordici serafini
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Antoon van Dyck - Madonna col bambino
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Giambattista Tiepolo - I santi Giuseppe da Leonessa e Fedele da Sigmaringen che calpesta l’eresia
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Antonio Allegri, detto il Correggio - Incoronazione della Vergine (frammento del catino absidale della chiesa di San Giovanni Evangelista di Parma)
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Giorgio Scherer - Interno di uno studio di pittore
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Alberto Pasini - Una carovana che pernottò in un’oasi e preparasi alla partenza
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Antonio Allegri, detto il Correggio - Riposo durante il ritorno dalla fuga in Egitto detta “Madonna della scodella”
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Antonio Allegri, detto il Correggio - Madonna col Bambino e i santi Gerolamo e Maddalena detta “Madonna di san Gerolamo” o “Il giorno”
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Gabriel François Doyen - Morte di Virginia
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Damià Campeny - Trionfo da tavola
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Giuseppe Baldrighi - Famiglia di Don Filippo di Borbone
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Giovanni Francesco di Niccolò Luteri, detto Dosso Dossi - San Michele arcangelo combatte il demonio e la Vergine Assunta tra angeli
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Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto - Capriccio con edifici palladiani
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Annibale Carracci - Compianto sul Cristo morto coi santi Chiara e Francesco d'Assisi
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Descrizione

Questa ammirevole pala, denominata Il Giorno, per analogia con La Notte di Dresda, fu ideata da Correggio nel 1523 per donna Briseide Colla, maritata Bergonzi, che la destinò nel 1528 alla propria cappella nella chiesa di Sant'Antonio a Parma. Nel 1764 il duca Don Filippo l'acquistò per la corte, ma nel 1796 durante il governo napoleonico fu portata a Parigi. Rientrata a Parma nel 1816, venne fatta collocare da Paolo Toschi, direttore dell’Accademia, nelle sale della Rocchetta della Galleria con un progetto di allestimento che dava degno spazio ai capolavori di Correggio.  Allegri concepisce questa Sacra Conversazione rinnovando la tradizionale icona della Vergine in trono, eliminando architetture per porre le figure in uno scenario naturalistico, dove la Madonna è seduta su un umile masso erboso e una tenda rossa, in diagonale, funge da baldacchino. È una scena domestica, intima, integralmente inserita in un paesaggio, dove i personaggi comunicano intrecciando gesti e sguardi e il Bambino ne è il fulcro. Sulla sinistra San Gerolamo con gli attributi che lo caratterizzano nella sua doppia veste, da un lato il vecchio eremita dal corpo scarno e trascurato, con la barba incolta e le unghie lunghe, accompagnato dal leggendario leone al quale tolse una spina dalla zampa, dall’altro il padre della chiesa con il rotolo e il volume, che alludono alla Vulgata, la Bibbia che aveva commentato traducendo in latino i testi originali in ebraico. Sulla sinistra Maria Maddalena, la peccatrice, si inginocchia davanti a Gesù volgendo lo sguardo verso di lui, allusione alle lacrime con cui gli lavò i piedi nella casa di Simone, mentre si lascia accarezzare i lunghi capelli sciolti, chiaro riferimento al suo essere prostituta. Dietro di lei la maliziosa figura del bambino che tiene tra le mani il vasetto degli oli profumati è San Giovannino, precursore della venuta di Cristo. Il paesaggio ricorda vedute lombarde e leonardesche, con il dolce declinare dell'orizzonte su tonalità grigio azzurre, uno spazio naturale dove se pur a distanza è raffigurato tra templi di sapore classicheggiante il faticoso lavoro dei campi, mentre in lontananza si intravede un monte, forse la Pietra di Bismantova. Allegri in questo dipinto rivela la sua maturità e la sua geniale autonomia, che rivela anche la conoscenza della pittura di Leonardo e Raffaello.


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