I personaggi di Amore materno sono portati avanti con un segno pittorico robusto e vibrante di chiaroscuri, franto e allungato quanto la pennellata segantiniana, differentemente direzionato a suggerire la delicatezza della pelle, la leggerezza delle vesti, il disordine dell’erba nella campagna, l’energia del vento nel cielo. In mancanza di documenti specifici relativi al disegno, nel catalogo generale di Segantini redatto nel 1982 Annie-Paule Quinsac avanza l’ipotesi che esso sia una tavola destinata ad un libro per l’infanzia, come indicherebbero sia l’assetto grafico sia la scritta autografa presente nel registro inferiore “Mamma: il molosso ringhia”, parole che sembrano pronunciate dal bambino impaurito. Una seconda frase ormai consunta affiora poi in alto a destra nei pressi di un paio di uccelli in volo: “all’amico Vittorio Zippel offre Giovanni Segantini ottobre 1890”. Il reperimento in tempi recenti di carteggi inediti fra il maestro di Arco e Vittorio Zippel, irredentista trentino, giornalista ed editore di soli due anni più giovane di Segantini, hanno permesso l’esatta ricostruzione della storia del carboncino. Esso fu appositamente realizzato per la “Strenna Trentina Letteraria e Artistica” del 1891, pubblicazione curata dallo stesso Zippel, riprodotto in fotolitografia a corredo dell’articolo d’apertura “Il Trentino nel 1890”.