Gianni Caproni facoltoso pioniere dell'aeronautica italiana, sensibilissimo alle contemporanee ricerche artistiche, commissiona a Ciolina due imponenti opere destinate alla sua villa di Vizzola Ticino, Ritorno dall'Alpe, del 1920, e Mucche al pascolo, del 1922. Ritorno dall'Alpe, il più esteso dei due con i suoi circa sette metri quadri di superficie, è anche il più ambizioso e complesso per struttura cromatica e composizione, quest'ultima orchestrata su un incrocio di diagonali entro cui si inserisce una teoria di montanari in marcia, nella faticosa discesa dall’alpeggio dopo la permanenza estiva, ciascuno descritto nel dettaglio e fisiognomicamente connotato, a restituire una tipica immagine della vita della Val Vigezzo familiare al pittore. Ambientata sulla strada che da Arvogno arriva a Toceno, paese natale di Ciolina, la scena si snoda dal fulcro della baita decentrata sullo sfondo da cui sfilano i personaggi che gradatamente si delineano, fino a raggiungere misure considerevoli nella coppia avanzata, in un settembre già inoltrato dove il verde delle alture si infiamma di aranci autunnali e il cielo, che occupa quasi la metà dell'intera composizione, esplode in raggi vivificati da filamenti di colore, per placarsi poi in lievi striature di nuvole bianche.