Il dipinto venne inviato da Roma nel 1856 insieme agli altri saggi realizzati dal pittore. Si tratta di un piccolo quadro dalle caratteristiche di un bozzetto che rappresenta lo studio che Scherer condivideva a Roma con l’amico scultore Giovanni Chierici, anch’egli vincitore di un pensionato. Entrambi gli artisti sono al lavoro: il pittore si è ritratto davanti alla tela dell’Alcibiade, lo scultore, raffigurato a destra, scolpisce il gruppo con Agar e Ismaele. La tela venne esposta al pubblico nello stesso anno, come pure la scultura del Chierici, e fu sorteggiata dalla Società di Incoraggiamento al conte Giovanni Simonetta, infine entrò in Galleria, dopo il suo acquisto, nel 1920. L’impostazione più accademica delle opere precedenti viene qui riscattata da una sorta di “reazione” più moderna e meno conforme al rigore nel disegno e all’impostazione scolastica più volte caldeggiata dagli Accademici parmensi. Ciò che colpisce di questa piccola tela, al di là di eventuali intendimenti poetici e sentimentali tipici del gusto bohémien, è il modo in cui l’artista concepisce il proprio atelier, ritraendo se stesso e il compagno scultore al lavoro, come in una piacevole scena di genere resa alquanto veristicamente, in cui la preferenza per una tecnica rapida e una composizione libera accesa da particolari effetti di luce-colore fanno quasi da preludio a quelle immagini di interni popolari e borghesi, tipiche della sua produzione più matura.
Titolo: Interno di uno studio di pittore
Autore: Giorgio Scherer
Data: 1856
Tecnica: Olio su tela
Esposto in: Galleria Nazionale
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