L’arte di Emilio Vedova è astratta e apparentemente lontana dal “significante reale. In questa direzione risulta significativa l’opera Interno di fabbrica , dove lo schematismo e il groviglio di pieni e vuoti, di masse nere e bianche rimanda non tanto al luogo fisico, bensì al luogo mentale, alla confusione sociale che ruota intorno al sistema industriale (D’Amico, 2011).
“Come trovare parole a tutti comprensibili, per spiegare quello stato preliminare, che si avvicina quasi alla chiaroveggenza, in cui nasce il primo avvertimento di un’ immagine? Commentare un quadro è compito per il critico; un artista si esprime meglio per forma e colore, ed è attraverso le forme e i colori che egli vede la vita interiore delle cose. Esiste una sensibilità geometrica oltre a quella organica. Perciò si può vibrare tanto dinanzi ad un nudo quanto dinanzi ad una macchina. Ogni oggetto può essere motivo di scoperta e fonte di emozione. Certa pittura costruttivista deve essere intesa non come semplice illustrazione meccanicistica, ma bensì come la reazione intensa ed emotiva dinanzi ad una macchina, provata dall’artista con un senso specifico di forma geometrica”. (E. Vedova, 1949-1950)
Testi: Lorenza Montanari, Martina Neri - Unità Musei del Comune di Forlì
Titolo: Dentro alla fabbrica
Autore: Emilio Vedova
Data: 1949 - 50
Tecnica: Olio su tela
Esposto in: Palazzo Romagnoli
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