Mattino, dipinto la cui realizzazione è ascrivibile al 1908, concretizza un elegantissimo ritratto femminile a figura intera, magnifica espressione di “tutto ciò che nella donna c’è di misterioso, di fragile, di mutevole, di appassionato e anche di artificioso”. La tela, elaborata attraverso soluzioni formali già adottate in precedenti numerosi oli è impostata su un unico personaggio in posizione frontale, una giovane che, rientrata all’alba da una piacevole notte danzante, si rilassa in un accogliente boudoir rapidamente accennato nella poltrona e nel tavolino tratteggiato con garbo di minuti accessori da toeletta. Camillo Innocenti concepisce la struttura cromatica di Mattino attorno ad un fulcro visuale, il fiore rosso appuntato al petto della dama, capace di catturare lo sguardo nel cuore della tela per incontrare le luminosità complementari dei verdi del vaporoso abito e connettersi in richiami tonali alla nota rosata diffusa in ogni parte dello sfondo e sapientemente orchestrata nel volto sognante e malizioso. L’assoluta morbidezza del chiaroscuro ottenuto per sovrapposizioni di velature è rifinita da striature superficiali di colore diviso distribuite in punta di pennello, a determinare il movimento della silhouette che si allunga con la fluidità e la leggerezza dell’acqua di una cascata.