Esposto in:
Via Entica della Chiesa, Museo diocesano di Molfetta, Molfetta
Chiuso oggi: apre domani alle 10:00
Profilo verificato
La pregiata tela proviene dalla chiesa di Santa Maria Consolatrice degli Afflitti (detta del Purgatorio) in Molfetta ed è da collocarsi negli ultimi anni di attività del pittore, probabilmente nel 1649, data di costruzione nella cappella, dove essa era collocata nella cimasa dell’altare di patronato Lupis, posto nel transetto sinistro. L’opera è ritenuta dagli esperti uno dei capolavori di inestimabile valore del pittore partenopeo. Il dipinto della Pietà è firmato (sigla: B[ernardus] C[avallinus] P[inxit]) come soli altri dieci realizzati dall’artista, il quale vanta una produzione di circa ottanta opere.
La tela, realizzata dal Cavallino, sarebbe lo sviluppo iconografico dell’Imago pietatis, ovvero l’Uomo dei dolori, che nella sua diffusione in Occidente subisce alcuni mutamenti di struttura sintattica. Tra il Cristo e la croce, che si confonde con il colore marrone del fondo e che è simbolo della passione e del sacrificio, si interpone la giovane Madre, dai lineamenti popolani, cinta da una sottoveste bianca e da una veste rossa, e sul capo un velo azzurro. Il bianco della sottoveste è il colore della grazia e della purezza. Il rosso della veste è simbolo del divino, del Figlio di Dio che Maria ha portato in sé; l’azzurro, il colore del velo, è simbolo della natura umana. Il volto della Madre, rivolto verso il Figlio, più che dolore esprime stupore e adorazione, nell’atto di abbracciare con tenerezza il Figlio e di porsi in colloquio con Lui. La Pietà è dunque, l’immagine dello Sposo che è con la sposa, di Cristo che è con la Chiesa, di cui Maria è l’immagine. L’interpretazione potrebbe risiedere proprio nel gesto della mano destra di Maria, forse orientato ad accennare il numero tre con prime le dita.
Titolo: Pietà
Autore: Bernardo Cavallino
Data: 1649
Tecnica: Olio su tela
Esposto in: Museo Diocesano Molfetta
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