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Antonio Mercurio Amorosi - Ritratto di donna
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Cristo crocifisso
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Pietro di Cristoforo Vannucci, detto Perugino - Arcangelo Gabriele (o Angelo Annunciante) Pala di sant’Agostino
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Piero della Francesca - Polittico di Sant’Antonio
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Tavolette di San Bernardino. Miracolo di San Bernardino
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Beato Angelico - Polittico Guidalotti
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Pietro di Cristoforo Vannucci, detto Perugino - Adorazione dei Magi
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Pietro di Cristoforo Vannucci, detto Perugino - Madonna della Confraternita della Consolazione
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Albarello
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Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio - Pala di santa Maria dei Fossi
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Orazio Gentileschi - Santa Cecilia che suona la spinetta
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Jean Baptiste Wicar - Ritratto di Carolina Murat
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Arnolfo di Cambio - Malato alla fonte
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Tessuto Umbro
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Giuseppe Rossi - Veduta del Circo della fortezza paolina di Perugia
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Gerardo Dottori - Tramonto Lunare
Antonio Mercurio Amorosi - Ritratto di donna
Cristo crocifisso
Pietro di Cristoforo Vannucci, detto Perugino - Arcangelo Gabriele (o Angelo Annunciante) Pala di sant’Agostino
Piero della Francesca - Polittico di Sant’Antonio
Tavolette di San Bernardino. Miracolo di San Bernardino
Beato Angelico - Polittico Guidalotti
Pietro di Cristoforo Vannucci, detto Perugino - Adorazione dei Magi
Pietro di Cristoforo Vannucci, detto Perugino - Madonna della Confraternita della Consolazione
Albarello
Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio - Pala di santa Maria dei Fossi
Orazio Gentileschi - Santa Cecilia che suona la spinetta
Jean Baptiste Wicar - Ritratto di Carolina Murat
Arnolfo di Cambio - Malato alla fonte
Tessuto Umbro
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Gerardo Dottori - Tramonto Lunare

Altre opere esposte

Descrizione

Il dipinto mostra una giovane donna su un fondo scuro in posizione quasi frontale, con lo sguardo rivolto verso lo spettatore e con un sorriso appena accennato; è abbigliata in modo semplice, con un abito verde scuro dalle maniche sui toni del bruno, sopra una camicetta bianca il cui bordo si intravede appena dallo scollo del vestito; indossa un copricapo in forma di turbante, mentre reca nella mano sinistra un rametto di foglie. E’ stata ipotizzata, per questo dipinto, la provenienza dalla collezione di Lione Pascoli, il quale possedeva circa venti opere di questo pittore, oggi in buona parte conservate presso la Pinacoteca civica di Deruta. L’attribuzione ad Antonio Amorosi risale all’inventario del 1918, da cui si evince che l’opera entrò in Galleria con il lascito testamentario di Luigi Carattoli nel 1894. La piccola tela potrebbe accostarsi alla serie di ritratti a figure intere o mezze figure, tipici di tanta produzione dell’Amorosi, dedicati a giovani lavoratori o venditrici spesso raffigurati con oggetti e nature morte: a questa produzione naturalistica di scene di genere il pittore si dedicò subito dopo l’alunnato presso il conterraneo Giuseppe Ghezzi, a Roma. Un primo bilancio dell’attività del pittore è stato proposto da Claudio Maggini nel catalogo generale sull’artista; Antonio Amorosi si cimentò in vari generi pittorici, dalle pale d’altare alle scene mitologiche, dalla pittura di storia ai paesaggi e alle nature morte; tuttavia fu particolarmente noto e apprezzato come bambocciante da una circoscritta élite aristocratica. Il dipinto sembra collocarsi entro il secondo decennio del Settecento, quando il pittore iniziò ad interessarsi a ricerche luministiche di matrice caravaggesca. Purtroppo la scarsa fortuna incontrata dall’artista dopo la morte ha causato la dispersione delle sue opere tra varie collezioni sia pubbliche che private, depositi di gallerie, nonché sul mercato antiquario.

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