Questa scultura, che rappresenta Kore – Persefone, fa parte di un gruppo di statuette greche, datate tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C., che costituivano i pezzi più illustri della collezione di Giovanni Grimani.
La dea indossa una veste a pieghe sottili e un mantello che scende dalla spalla sinistra per avvolgersi attorno ai fianchi in morbidi drappeggi. Lo stile del panneggio leggero ed elegante ha suggerito agli studiosi che l'anonimo autore di quest'opera si sia ispirato all'arte di Fidia. Alcuni dettagli sono degni di nota: i piccoli fori visibili tra le ciocche dei capelli e ai lobi delle orecchie dovuti alla presenza di un diadema e di orecchini di metallo, oggi perduti; la frattura ricomposta sul collo con la testa tuttavia originale e l'assenza degli avambracci. Quest'ultimi erano stati aggiunti, in occasione di un restauro di età rinascimentale per completare la statua frammentaria, insieme ad una cornucopia da cui fuoriuscivano fiori e frutta. Tali integrazioni, poi tolte negli anni '20 del secolo scorso, nacquero da una errata interpretazione del soggetto dell’opera: la figura femminile della dea Persefone fu trasformata nella dea romana dell’Abbondanza, forse prendendo spunto dalle immagini sulle monete imperiali romane. L’errata interpretazione ha quindi dato origine al nome con cui comunemente, ancora oggi, ci si riferisce alla statuetta.
Titolo: Statua di Kore
Autore: Anonimo
Data: Fine del V - inizi del IV secolo a.C.
Tecnica:
Esposto in: Museo archeologico nazionale di Venezia
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