Caratteristica dell’arte del Gandhara è la raffigurazione in sembianze umane del Buddha, l’”Illuminato”. Egli, che indossa la veste monastica, è raffigurato stante mentre compie il gesto della “rassicurazione” con il palmo della mano destra mancante rivolto verso lo spettatore e la sinistra che regge un lembo. Il nimbo posto dietro al suo capo, quasi completamente perduto, è segno della irradiazione luminosa del Buddha. Il personaggio è chiaramente identificabile grazie alla presenza di due dei trentadue segni fisici principali che il Buddha presentava alla nascita e che ne indicavano la natura di predestinato a diventare un “Illuminato”: il “cerchio” al centro della fronte e la protuberanza (resa come crocchia di capelli), al sommo del capo. I lobi allungati alludono ai pesanti orecchini in pietre preziose che il principe Siddhartha indossava prima di abbandonare il palazzo paterno. La serenità dello sguardo esprime il concetto dell'imperturbabilità del Risvegliato (tale è il significato del termine Buddha) ormai estintosi nel Nirvana dopo aver raggiunto la suprema conoscenza. La statua, originariamente dorata, era probabilmente collocata all'interno di una cappella di culto in un'area sacra buddhista. Sulla base sono inoltre ben riconoscibili quattro monaci in adorazione della ciotola per elemosine del Buddha conservate come reliquie del maestro sotto un baldacchino.