Questo cratere (vaso per mescolare acqua e vino) in ceramica e di produzione apula, proviene da Ruvo di Puglia e viene datato al 380- 370 a.C. Le scene raffigurate sono pertinenti al mondo della farsa fliacica, genere comico nato nelle colonie doriche dell’Italia meridionale; i vasi italioti costituiscono la migliore documentazione iconografica per comprendere meglio questo genere. Gli argomenti della farsa fliacesca erano generalmente quelli rappresentati dal contrasto tra padroni e schiavi, pedagoghi e giovanetti, cuochi e sguatteri, oltre a rielaborazioni di argomenti mitologici in chiave comica. Il curioso nome del cratere è dovuto alla scena rappresentata sul lato A in cui il canuto Philotimides (il “bramoso”) gusta dolciumi insieme alla vecchia Charis (“la grazia”) mentre un servo si allontana dopo aver rubato altre prelibatezze. Sul lato B invece viene rappresentata la parodia di Eracle: il giovane eroe, imberbe e con la pelle di leone sulle spalle, regge il mondo al posto di atlante; mentre si trova in questa scomoda posizione due Satiri si avvicinano e gli sottraggono uno la clava,l ’altro la faretra con le frecce.