La raffinata decorazione di questi calici di forma cilindrica, leggermente svasati verso l’alto, è ottenuta dal contrasto tra le due fasce dalla superficie perfettamente liscia e levigata, in corrispondenza della base e del bordo superiore, e la parte centrale del corpo, riccamente ornata con racemi e volute vegetali in argento niellato che si stagliano contro un fondo dorato scabro, realizzato attraverso fitte picchiettature a cesello. Mosca fu uno dei maggiori centri di produzione di oggetti niellati come conferma la provenienza dei due calici in esame, realizzati da un argentiere di cui non si è tramandato il nome, ma le cui iniziali “AK” si ritrovano su numerosi oggetti prodotti tra il 1835 e il 1849 che mostrano precise affinità esecutive e decorative con i due pezzi Coronini. Il niello, tecnica antichissima che consiste nel riempire i solchi incisi su una superficie in metallo con un impasto di colore scuro, composto da argento, rame, piombo e zolfo in proporzioni variabili, fu largamente impiegato da orafi e argentieri russi sin dal X secolo, dando vita ad una tradizione che raggiunse il suo apogeo nel XVI secolo, ma che ancora nell’Ottocento continuò ad esprimersi in opere di grande originalità.