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Federico Barocci - Ritratto di Maddalena Osuna Giron
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Alessandro Algardi - Attila
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Alvise Vivarini - Crocifisso con angeli che raccolgono il sangue di Cristo
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Franz Werner Von Tamm, detto Monsó Daprait - Vaso di fiori, anguria e moretto con un vassoio di frutta
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Christian Berentz - Fiori, frutta e un vassoio con calici di vetro
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Elisabetta Sirani - Madonna con Bambino e San Giovannino
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Caccia al cinghiale Calidonio
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Giovanni Bellini - Incoronazione della Vergine
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Guido Reni - Caduta dei giganti
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Putto Alato
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Giannandrea Lazzarini - Trinità con la Madonna
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Mariotto di Nardo - Madonna con Bambino e i santi Michele e Francesco
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Speranza bella - Piatto da pompa
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Stemma famiglia Veterani di Urbino
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Ferruccio Mengaroni - Medusa
Federico Barocci - Ritratto di Maddalena Osuna Giron
Alessandro Algardi - Attila
Alvise Vivarini - Crocifisso con angeli che raccolgono il sangue di Cristo
Franz Werner Von Tamm, detto Monsó Daprait - Vaso di fiori, anguria e moretto con un vassoio di frutta
Christian Berentz - Fiori, frutta e un vassoio con calici di vetro
Elisabetta Sirani - Madonna con Bambino e San Giovannino
Caccia al cinghiale Calidonio
Giovanni Bellini - Incoronazione della Vergine
Guido Reni - Caduta dei giganti
Putto Alato
Giannandrea Lazzarini - Trinità con la Madonna
Mariotto di Nardo - Madonna con Bambino e i santi Michele e Francesco
Speranza bella - Piatto da pompa
Stemma famiglia Veterani di Urbino
Ferruccio Mengaroni - Medusa

Altre opere esposte

Descrizione

Dopo un periodo di stallo, intorno al 1540, la maiolica pesarese torna agli antichi splendori. Il trasferimento della corte dei Della Rovere da Urbino a Pesaro, nel 1538, contribuisce ad alimentare un rinnovamento urbanistico e artistico e così la rappresentazione di ‘storie’ approda a Pesaro, dove viene eseguita soprattutto nelle botteghe di Girolamo e Giacomo Lanfranco Dalle Gabicce. Datata al 1541, la coppa è uno dei primi esempi di istoriato pesarese. La scena, dipinta con acceso cromatismo, denota una mano quasi infantile. I personaggi sono definiti in modo essenziale e animati da un intenso dinamismo. Nella coppa compaiono anche gli elementi che diventeranno costanti nell’istoriato pesarese, come gli edifici approssimativi in lontananza, e soprattutto l’inserimento dell’evento mitologico in un paesaggio naturalistico, che viene dunque preferito all’ambientazione di tipo architettonico.

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