L’album è una raccolta di cinquantadue disegni, probabilmente allestita all’inizio del Seicento. Le tavole sono caratterizzate da notevole eterogeneità per accuratezza scientifica e qualità del tratto e sono attribuibili a disegnatori diversi: generalmente ogni tavola riporta l’immagine di una sola pianta e vi sono rare ripetizioni dello stesso soggetto; i disegni tendono a riprodurre le dimensioni originali delle specie e sono quindi spesso di grandi dimensioni. Le tavole possono essere raccolte in tre gruppi relativi a diversi tempi di esecuzione. Il primo gruppo, più antico, riunisce disegni di piccole dimensioni, precisi ma di modesta qualità pittorica, che rappresentano piante intere, come il ciclamino o due piccole felci. I disegni sono eseguiti su un cartoncino ritagliato di volta in volta di misura diversa, a seconda del soggetto, e poi incollato ai fogli dell’album. Il secondo gruppo rappresenta molte piante bulbose, particolarmente apprezzate dai collezionisti dell’epoca, come narcisi spontanei o in varietà coltivate, asfodeli, il mughetto, il giglio martagone, il giglio di San Giovanni e alcune specie di orchidee. In queste tavole le specie vengono rappresentate quasi sempre su carta azzurra, con grande attenzione alla forma delle foglie e dei fiori ma anche degli organi sotterranei, con una precisione scientifica notevole per il periodo. Il terzo gruppo contiene disegni di grande dimensione e di notevole valore artistico e scientifico che raffigurano principalmente piante esotiche, come i girasoli, Fritillaria imperialis o Canna indica o specie native di interesse ornamentale o medicinale – il ricino ad esempio -, che venivano ripetutamente rappresentate negli Erbari dipinti dell’epoca come in quello del naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi. L’opera era verosimilmente presente nella Grande Galleria di Carlo Emanuele I, sulla base dell’Inventario Torrini (1659).